Taccuino Liberale #60

Venerdì 17 per gli scaramantici non è un gran giorno, eppure qualche interesse per il fenomeno c’è perché può avere diverse implicazioni. Sebbene non esista un numero preciso di quanti scaramantici ci siano in Italia, possiamo prendere per buoni i dati di alcuni sondaggi svolti negli anni scorsi per provare a definire il fenomeno. Nel nostro Paese, la superstizione è abbastanza diffusa. Circa il 40 per cento della popolazione italiana afferma di credere nella sfortuna, e se relativamente a Napoli, può non sorprendere il dato del 97 per cento della popolazione che si dice scaramantica, il 92 per cento di Milano, sorprende.

Una popolazione così avvezza alla superstizione, è più facilmente impressionabile e suggestionabile, e quindi, in momenti storici come questi, in cui si sta combattendo una feroce guerra ibrida, diventa molto più semplice, per forze antagoniste proporre ed imporre il proprio credo propagandistico. È evidente che chi crede alla fortuna o sfortuna e ricorre ad amuleti, portafortuna o maghi, ha un senso critico meno sensibile di chi si basa su dati ed evidenze pratiche o scientifiche e sarà dunque meno avvezzo alla propaganda, all’ideologia. Una persona libera non potrà mai legare la propria piena libertà ad una forza incontrollabile come la “sfortuna”.

Altrimenti si rischia di assoggettare anche la propria libertà alla fortuna o sfortuna, anche i propri successi personali, economici e sociali a forze occulte manipolabili pro o contro da terzi, ai quali così di fatto si consegna ogni propria ricorsa, ambizione ed aspirazione, ritenendo uno responsabile del successo il buon auspicio della fortuna.

Questo atteggiamento mentale deresponsabilizza gli individui circa il raggiungimento o meno dei propri obiettivi di vita e la soddisfazione delle proprie aspettative, e per altro verso alimenta un fenomeno di cui non si sente mai dichiarare la fine, quello delle truffe, dei raggiri, spesso operati da personaggi che promettono di ridurre il malocchio, di riportare fortuna ed il cui unico scopo invece è dilapidare le persone che si rivolgono a loro.

Dovremmo fare di più per migliorare quel dato statistico che abbiamo riportato, perché meritiamo di avere quegli anticorpi che combattano le facili credenze, al fine di evitare che poi, quando sentiamo opinioni o notizie artatamente montate per costruire un’era propagandistica che riduce la nostra libertà individuale, politica ed economica, riusciamo a rispedirle al mittente, e costruiamo il nostro futuro sulla base del nostro impegno e del nostro lavoro, e non sulla fortuna che ci ha baciato (o meno). Perché è il miglior modo per proteggere le persone più fragili, come i nostri anziani; perché così le calamità naturali o gli incidenti non sono frutto solo di sfortuna ma eventi da cui possiamo proteggerci e proteggere il nostro patrimonio, le nostre aziende, perché il futuro non si può prevedere ma si può proteggere, e la scarsa propensione all’assicurazione dei rischi, dimostra che la fatalità vale più di un’analisi di rischio.

Un popolo di fortunati o sfortunati non sarà mai un popolo che si autodetermina, libero, prospero e felice. Crederemo sempre alle promesse elettorali e non ‒ come la manna dal cielo ‒ basterà che in tv arrivi il propagandista di turno, per spacciare per verità una narrazione che è stata costruita a tavolino per manipolare le coscienze pubbliche di intere nazioni.

E come Paese non possiamo permettercelo, nel panorama internazionale presente e a maggior ragione futuro. La libertà si costruisce e mantiene un po’ alla volta, ma per poterlo fare al meglio, bisogna prima spogliarsi delle vecchie credenze, che ci rendono schiavi, liberamente schiavi, come quelli che credono finanche nell’acqua diamante.

(*) Leggi il Taccuino liberale #1#2#3#4#5#6#7#8#9#10#11#12#13, #14#15#16#17#18#19#20#21#22#23#24#25#26#27#28#29#30#31#32#33#34#35, #36#37#38#39#40#41#42#43#44#45#46#47#48#49#50, #51, #52#53#54#55#56#57#58, #59

Aggiornato il 17 ottobre 2025 alle ore 11:40