
In questa calda estate 2025, che i catastrofisti a breve ci diranno se essere la peggiore di tutti i tempi dell’intera galassia, o se comunque sul podio delle più calde e più distruttive, leggendo le cronache italiche e osservando lo stato del Paese, alcuni appunti sparsi vengono alla mente e proviamo a metterli giù per ragionare, attività che ad oggi, sembra ormai desueta in questo Paese.
Una prima notazione, anche se è su un argomento affrontato di recente dal Taccuino, ma appare necessario tornarci su, è quello degli esami di maturità alla luce delle dichiarazioni dello studente che ha Roma ha sostenuto l’esame, ha preso 83 e scritto al ministro affinché gli venga dato 60. Finalmente uno dei 524.415 maturandi, il quale ritiene assieme ad un minuscolo nugolo di colleghi studenti, che il sistema scolastico sia ingiusto perché non terrebbe conto della sanità mentale degli studenti e si è dimostrato poco empatico nei loro riguardi, esce allo scoperto, dichiarando che fa politica attiva già dalle superiori, e quindi si comprende che il suo gesto è un gesto meramente politico. Quindi tutte le argomentazioni sciorinate sono solo politiche e strumentali alla sua attività. Tana!
Torniamo alla normalità e ricordiamo, in questa sessione di esami di maturità, ben altri esempi, sono degni di essere considerati “notizia”, e se proprio si deve parlare di qualcosa, sono i casi su cui concentrarsi. Rammentiamo che il pilota di F1 Kimi Antonelli, reduce dal Gp del Canada, dove ha conquistato il suo primo podio, non ha saltato gli esami, è andato a tutte le prove, e pur avendo affermato che trova più semplice affrontare un sorpasso con una monoposto di F1 che una prova di esame, non si è minimamente sognato di sottrarsi agli esami di maturità, tanto meno di fare alcuno show mediatico sul voto, che non è stato reso pubblico.
Seconda testimonianza, anche più significativa è quella di Francesco Di Leva, un ragazzo di 18 anni per il quale gli esami di maturità sono stati decisamente più difficili rispetto agli altri maturandi dato che ha studiato mentre passava da un ospedale all’altro per curarsi da un tumore. Eppure, nonostante questa situazione né semplice né tranquilla, Francesco Di Leva è riuscito comunque a prendere il diploma con il massimo dei voti, 100/100. Quindi speriamo che la stampa smetta di occuparsi di questi piccoli politici in erba, disposti a mistificare la realtà palesando presunti disagi non certificati, il cui unico scopo è assurgere per un momento alle cronache ̶ di una stampa verrebbe da dire compiacente ̶ prima di tornare nel mare dei 60 che sul pianeta, non sono una rarità.
Una seconda notizia che appare rilevante sottolineare, è la vicenda delle licenze edilizie milanesi che potrebbe portare ad un terremoto anche politico locale. Ma non è questo l’aspetto su cui vogliamo porre l’accento, bensì sul fatto che al di là di eventuali responsabilità personali che potrebbero essere accertate (si aspetterà, ove necessario la Cassazione per poterne discutere) è del tutto evidente come la legislazione in materia edilizia, stratificata nel tempo e nei livelli legislativi, organizzativi e burocratici, sia l’humus adatto allo sviluppo di una difformità nel paese delle regole e della loro applicazione in materia urbanistica ed edilizia. A cascata, ne deriva la possibilità o meno di esercitare libera impresa e libero godimento della proprietà privata, portando alla formazione di situazioni di totale disparità in aree diverse del paese a seconda dell’esercizio del potere discrezionale ed interpretativo delle norme esercitato dall'apparato burocratico, per la realizzazione di opere e lavori edilizi.
Se a Roma, in questi giorni, alcuni proprietari ricevono comunicazioni dal Comune che ammette di non avere più i contenuti dei fascicoli dei condoni del 1985 con preghiera di fornirli nuovamente per evitare di vedersi rigettato l’istanza presentata all’epoca; e se sempre nello stesso comune, si chieda una documentazione ai sensi di una norma che si applica a partire dal 1975 per il rilascio di una licenza, seppur tale documentazione non andrebbe richiesta perché trattasi di immobile costruito antecedentemente all’emanazione di tale norma, ma che il Comune di Roma applica lo stesso, tanto poi il fesso di turno che ci capita può sempre affidarsi alla giustizia amministrativa che se tutto va bene nel giro di 14-20 anni arriverà a sancire una qualche decisione in merito, è evidente che gli operatori economici cerchino di superare certe rigidità dovute a troppe norme, tutte interpretabili e quindi soggette a possibili negoziazioni, la cui liceità potrebbe venire meno, qualora il potere discrezionale derivante dalle norme sia per i burocrati che la applicano quasi infinito e inarginabile. Se al contrario le norme fossero poche, uguali su tutto il territorio nazionale, e prive di discrezionalità applicativa e/o interpretativa per la burocrazia che le deve applicare e per gli operatori che le devono rispettare, finirebbe quel sostrato buio di attività che non porta un punto di Pil in più neanche a volerlo, e sottrae dall’arbitrarietà e discrezionalità i rapporti e le relazioni tra Pa e cittadini, liberando risorse ed energie di cui questo Paese ha un tremendo bisogno per uscire da quell’asfittico 0,2 per cento di crescita economica che ci ha contraddistinto per troppo tempo e che non sembra essere capace di crescere in alcun modo.
La terza questione sulla quale si vuole porre l’accento, è la notizia, sempre di questa settimana, del provvedimento di amministrazione controllata emesso dal tribunale di Milano nei riguardi della società Loro Piana per correggere pratiche illecite all’interno della sua filiera, così come era accaduto già ad altri brand famosi come Armani, Valentino, Dior, e Alviero Martini.
La moda non se la passa affatto bene, sembra essere passato, o forse definitivamente tramontato il momento d’oro del settore, e notizie come queste non aiutano. Se questi fossero passi definitivi verso una crisi che sembra irreversibile, ci sarebbe da preoccuparsi moltissimo, dato che è uno dei settori trainanti della nostra economia che non ha bisogno di ulteriori riduzioni. Non si può vivere di solo turismo, che peraltro non sappiamo fare nemmeno troppo bene, dato che ci raccontiamo che siamo il paese più bello del Pianeta, ma siamo soltanto il quinto paese più visitato al mondo ed in Europa siamo surclassati da Francia e Spagna rispettivamente, nel 2024, al primo e secondo posto nella classifica mondiale.
Ma anche nel caso della moda e del turismo, non siamo tanto distanti dai mali che affliggono il settore edile, e per metterci mano e riformare, semplificare e rendere certo il sostrato di norme e regole che portino ricchezza e benessere, possibile che si debba attendere l’intromissione della magistratura, e guarda caso sempre del tribunale di Milano?
(*) Leggi il Taccuino liberale #1, #2, #3, #4, #5, #6, #7, #8, #9, #10, #11, #12, #13, #14, #15, #16, #17, #18, #19, #20, #21, #22, #23, #24, #25, #26, #27, #28, #29, #30, #31, #32, #33, #34, #35, #36, #37, #38, #39, #40, #41, #42, #43, #44, #45, #46, #47
Aggiornato il 18 luglio 2025 alle ore 12:54