Dossieraggio, Cantone: “Numeri inquietanti”

Più che preoccupanti, i numeri vengono definiti “inquietanti, davvero mostruosi”. E a dirlo è Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, in audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia. Il tema è quello che sta tenendo banco in questi giorni, ossia i presunti dossieraggi. “Non spetta a me stabilire cos’è dossieraggio e cosa informazione – dice Cantone – quella effettuata da Striano (luogotenente delle Fiamme Gialle finito sotto indagine, poiché gli sono moltissimi accessi abusivi alle banche dati secretate). è una ricerca spasmodica di informazioni. Se questo è dossieraggio o no non spetta a me dirlo”.

Cantone, peraltro, sottolinea come molti accessi siano stati fatti “in via esplorativa, anche se abusiva. Il che non significa che sia stata fatta necessariamente attività informativa”. E ancora: “Sappiamo che Striano operava in pool, non abbiamo al momento fatto approfondimenti che operavano con Striano, il coordinatore era lui. Ci sono stati altri accessi fatti alle Sos durante questa fase. Continuiamo ad avere accessi abusivi ad altre banche dati”.

Il procuratore di Perugia, però, avverte che è necessario il ripristino della verità sui fatti “che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti, e per intervenire a tutela di un’istituzione sacra come la procura nazionale”. Con l’aggiunta: “Non mi occupo di bolle di sapone. E chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste. Esiste un limite a tutto, se non si conoscono gli atti non si può esprime giudizio”. Allo stesso tempo, Cantone indica che “c’è l’esigenza di una serie di strumenti come delle infrastrutture telematiche giudiziarie e vorrei ricordarlo in un momento nel quale con grandissima fatica ci stiamo avviando al processo telematico”.

Il mercato delle Sos (Segnalazioni di operazioni sospette, ndr) non si è affatto fermato. Abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie, è uscito un riferimento a una Sos riguardo a un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa, quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che continuava a vendere sottobanco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma”. Per Cantone “la funzione del pm è individuare l’esistenza dei reati, dei fenomeni non se ne occupano. Esistono fatti di rilevante gravità di cui se ne occupa ognuno per le sue competenze”.

E poi i numeri: “Gli accessi sono maggiori di 800. Dal primo gennaio 2019 al 24 novembre 2022 Striano all’interno della banca dati Siva ha consultato 4.124 Sos, un numero spropositato”. In in più, risulterebbero digitate 171 schede di analisi “e 6 schede di approfondimenti seguite digitando il nominativo 1531 persone fisiche 74 persone giuridiche. Ha cercato 1.123 persone sulla banca dati Serpico, ma potrebbero essere pure 3mila le ricerche, io sto parlando delle persone. Ha effettuato 1.947 ricerche alla banca dati Sdi. Siamo ad oltre 10mila accessi e il numero è destinato a crescere in modo significativo. Ha effettuato un download, 33.528 file dalla banca dati della direzione nazionale Antimafia. Questo numero enorme di dati. Questo numero di atti scaricati che fine ha fatto? Quante di queste informazioni possono essere utili anche ai servizi stranieri?”.

In conclusione, Raffaele Cantone sottolinea: “Questa è un’imputazione provvisoria. Il fatto che la stampa abbia commissionato le attività di informazione a un ufficiale di polizia giudiziaria è un’ipotesi investigativa su cui auspichiamo di essere smentiti. Ci sono stati casi in cui ritenevamo evidente che c’era stata una commissione per accedere alle banche dati. I giornalisti oggetto di indagine sono quattro, e non otto come è stato scritto: le altre quattro persone avevano rapporti con Striano, ma non c’entrano con la stampa. Tre dei quattro giornalisti appartengono allo stesso giornale. Qualcuno – va avanti – ha detto che stiamo attaccando la libertà di stampa, ma invece credo che svolga nella democrazia un ruolo determinante. Nel processo sul saccheggio della nostra banca dati erano emersi numerosi giornalisti beneficiati dal sistema, ma riguardavano atti pubblici. Quindi quelle posizioni sono state giustamente archiviate”.

Il vicepremier Matteo Salvini commenta: “Se è quello che dice Cantone, vogliamo sapere chi erano i mandanti, chi pagava, chi incassava su indicazione di chi, perché sta emergendo una cosa sconcertante che non ha precedenti”. Secondo il Capitano, quanto sta emergendo è “gravissimo. Non solo per la politica, con la Lega che è la più colpita e diffamata in questi affari illeciti a quanto emerge. Ma anche per migliaia di italiani normalissimi, lavoratori, padri di famiglia, medici, avvocati, che per anni qualcuno pagato coi soldi dei cittadini”.

Aggiornato il 07 marzo 2024 alle ore 14:06