Minima (im)moralia per i buonisti “de sinistra”

Il peggior male fiorisce nei giardini delle buone intenzioni caritatevoli e umanitarie. Esso è più turpe della franca malvagità perché si traveste da sommo bene e cavalca il destriero dei diritti umani, dell’accoglienza universale e talvolta anche della divina carità. E diventa allora davvero pericoloso perché è irreprensibile per definizione. E quindi (talvolta anche nel nome di Dio) diventa moralista, predicatorio, ricattatorio e persino inquisitorio e violento verso gli altri, in particolare verso chi cerca di smascheralo e sfrondarne gli allori.

Il mondo moderno pullula di persone che fanno di tutto per procurarsi la fama di “più buoni di tutti” e che spesso riescono a diventare professionisti ben retribuiti della giustizia sociale, dell’egualitarismo e della bontà caritatevole ed accogliente. Di qui il fiorire di associazioni e organizzazioni caritatevoli, le Ong, alcune delle quali hanno messo in piedi un vero business della carità e dell’accoglienza, che, con il pretesto delle loro presunte buone intenzioni, fanno ottimi profitti leciti e no.

Sono chiamati buonisti e si distinguono dai buoni veri perché comprano la loro reputazione di buoni non con le proprie tasche, ma a spese altrui, quasi sempre con soldi pubblici e anzi pretendono un compenso (e spesso qualcosa in più) per le loro “impagabili” prestazioni caritatevoli finalizzate alla salvezza degli ultimi ed al progresso dell’Umanità. Essi sono anche moralisti, cioè predicatori e maestrini di virtù altrui ed elargitori generosi tanto di buoni consigli quanto di cattivi esempi. Come tutti i moralisti sono tanto arcigni e implacabili nel condannare i vizi altrui quanto indulgenti e benevoli verso i propri.

I “più buoni per antonomasia” si sentono autorizzati a compiere le peggiori azioni (tra cui come alcuni parlamentari europei a intascare tangenti e a diventare complici di Stati teocratici e schiavisti e di trafficanti di esseri umani), e se ne sentono sistematicamente assolti perché fanno credere – e spesso credono essi stessi – di compierle a fini di bene e con le migliori intenzioni universaliste e progressiste. Si sentono anche impunibili perché si sentono protetti dall’establishment mondiale del Bene, della Virtù, della Giustizia e del Progresso. Ma talvolta – per loro sfortuna – come stiamo vedendo accadere al Parlamento europeo in questi giorni – mal gliene incoglie e quei personaggi vedono cascare la loro maschera di angeli del Bene e mostrano il loro volto di demoni del Male travestito da sommo Bene.

Il loro moralismo ipocrita offende grossolanamente il nostro comune senso del pudore.

Aggiornato il 16 dicembre 2022 alle ore 09:28