Minima (im)moralia per i buonisti “de sinistra”

giovedì 15 dicembre 2022


Il peggior male fiorisce nei giardini delle buone intenzioni caritatevoli e umanitarie. Esso è più turpe della franca malvagità perché si traveste da sommo bene e cavalca il destriero dei diritti umani, dell’accoglienza universale e talvolta anche della divina carità. E diventa allora davvero pericoloso perché è irreprensibile per definizione. E quindi (talvolta anche nel nome di Dio) diventa moralista, predicatorio, ricattatorio e persino inquisitorio e violento verso gli altri, in particolare verso chi cerca di smascheralo e sfrondarne gli allori.

Il mondo moderno pullula di persone che fanno di tutto per procurarsi la fama di “più buoni di tutti” e che spesso riescono a diventare professionisti ben retribuiti della giustizia sociale, dell’egualitarismo e della bontà caritatevole ed accogliente. Di qui il fiorire di associazioni e organizzazioni caritatevoli, le Ong, alcune delle quali hanno messo in piedi un vero business della carità e dell’accoglienza, che, con il pretesto delle loro presunte buone intenzioni, fanno ottimi profitti leciti e no.

Sono chiamati buonisti e si distinguono dai buoni veri perché comprano la loro reputazione di buoni non con le proprie tasche, ma a spese altrui, quasi sempre con soldi pubblici e anzi pretendono un compenso (e spesso qualcosa in più) per le loro “impagabili” prestazioni caritatevoli finalizzate alla salvezza degli ultimi ed al progresso dell’Umanità. Essi sono anche moralisti, cioè predicatori e maestrini di virtù altrui ed elargitori generosi tanto di buoni consigli quanto di cattivi esempi. Come tutti i moralisti sono tanto arcigni e implacabili nel condannare i vizi altrui quanto indulgenti e benevoli verso i propri.

I “più buoni per antonomasia” si sentono autorizzati a compiere le peggiori azioni (tra cui come alcuni parlamentari europei a intascare tangenti e a diventare complici di Stati teocratici e schiavisti e di trafficanti di esseri umani), e se ne sentono sistematicamente assolti perché fanno credere – e spesso credono essi stessi – di compierle a fini di bene e con le migliori intenzioni universaliste e progressiste. Si sentono anche impunibili perché si sentono protetti dall’establishment mondiale del Bene, della Virtù, della Giustizia e del Progresso. Ma talvolta – per loro sfortuna – come stiamo vedendo accadere al Parlamento europeo in questi giorni – mal gliene incoglie e quei personaggi vedono cascare la loro maschera di angeli del Bene e mostrano il loro volto di demoni del Male travestito da sommo Bene.

Il loro moralismo ipocrita offende grossolanamente il nostro comune senso del pudore.


di Lucio Leante