La politica oltre la comunicazione politica

Mi auguro che la procedura costituzionale per l’affidamento dell’incarico, la composizione del nuovo governo, il giuramento dei ministri, si svolga rapidamente. La coalizione di centrodestra ha vinto nettamente, Giorgia Meloni, con Fratelli d’Italia, è indubbiamente il partito di maggioranza relativa. L’affidamento dell’incarico spetta al capo dello Stato. Penso che costui si renda conto di quanto la nazione, in questo momento difficile per l’Europa, le famiglie, le imprese, ha bisogno di una guida ben fondata sul consenso di tutti quelli elettori i quali si sono espressi. Occorre, in Europa e per l’Europa, oltre che per l’Italia, un governo con una politica, oltre una comunicazione politica. Spiace che Enrico Letta, nel dimettersi dalla guida del Partito democratico, dica urgere allo stesso di porsi in grado di far traballare il governo sotto la spinta delle difficoltà del momento. Ancora una volta cerca lo sfascio, per tentare di governare contro il voto espresso dagli elettori.

Il capo dello Stato, a Malta, ha partecipato ad una riunione del Gruppo Arraiolos, dal nome della cittadina portoghese in cui si riunirono, per la prima volta, i presidenti delle repubbliche parlamentari tra gli Stati membri dell’Unione europea, cioè i presidenti non capi di governo. Si tratta, quindi, di una compagine non istituzionale, tra individui i quali hanno solo un potere di persuasione morale. Nel suo intervento, Sergio Mattarella ha posto l’accento sulla necessità di perseguire l’obbiettivo economico, data la situazione, di un calmiere al prezzo del gas, e della rapida istituzione di forze armate comuni per la difesa complessiva dell’Unione europea. Indicazioni in armonia con quanto proposto da Giorgia Meloni nel suo programma. La cosa dovrebbe lasciar intendere una leale collaborazione. In contemporanea, in Praga, s’è svolta la prima riunione informale della cosiddetta Comunità politica europea.

Nulla di comune con quanto previsto dal Trattato di Parigi del 1951, istitutivo della Ceca, la Comunità di difesa - Ced, mai entrato in vigore, perché la ratifica venne affossata, all’Assemblea nazionale francese, non dai gaullisti, all’epoca ancora in gestazione come partito, ma dai socialisti, perenne disgrazia non solo dell’Italia ma dell’Europa. Con la sola eccezione storica di Bettino Craxi in Italia, socialista solo di nome. Si tratta d’un congresso dei capi di Stato e di Governo di 44 Stati europei, quindi ben oltre i 27 dell’Unione europea, per promuovere il dialogo politico e la cooperazione, per rafforzare la sicurezza, la stabilità e la prosperità. Tutto quanto, cioè, nelle circostanze attuali, traballa. Ciò senza sostituire le strutture, organizzazioni e processi esistenti. È da notarsi che questi 44 Stati fanno altresì parte del Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale nata nel 1949. In essa gli Stati sono rappresentati dai rispettivi governi, in seno al Consiglio dei ministri, e dai rispettivi Parlamenti, con rappresentanti da loro inviati ad un Assemblea consultiva. Essa può elaborare convenzioni, aperti alla firma e ratifica degli Stati aderenti.

27 Stati, poi, sono membri dell’Unione europea. Nelle istituzioni di questa comunità supernazionale, gli Stati membri difendono le loro posizioni in seno al Consiglio di ministri, ed il Consiglio europeo, in fondo, è un’estensione di questa istituzione ai capi di Stato e di governo, per la politica più generale. I cittadini sono rappresentati nel Parlamento europeo, da partiti con un proprio sistema d’idee. Il tutto governato dalla Commissione, i cui membri debbono essere indipendenti dagli Stati membri e, ritengo, dai partiti, per costruire, con la propria iniziativa, le convergenze d’interessi e ideali per portare a scelte condivise. Giorgia Meloni, come già si evince dal programma del suo partito e dagli interventi in campagna elettorale di ella stessa, sarebbe il capo di governo ideale per ricondurre proposte concrete in materia di controllo dei prezzi dell’energia, e di difesa del territorio, a posizioni comuni dell’Unione europea, e di statuire le posizioni condivise a 44 con Convenzioni del Consiglio d’Europa. Le donne sono sempre più concrete dei maschietti come Emmanuel Macron.

Aggiornato il 09 ottobre 2022 alle ore 10:30