L’accozzaglia rossa che piace alla sinistra

All’orchestrina che suona il requiem per il centrodestra mancava il trombone. Carlo De Benedetti si prende la scena ma il canovaccio è il solito, trito e ritrito refrain di sempre: “Una catastrofe se vince il centrodestra”.

Tutto secondo pronostico, artiglieria pesante e spari ad alzo zero per evitare che il centrodestra trionfi alle urne del 25 settembre e poco importa se i sondaggi al momento sembrano premiare, e di tanto, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. De Benedetti controlla l’ebollizione e il minestrone in salsa dem sembra piacergli anche se è sciapo.

Giochi di palazzo e benedizione a canali unificati per ingrossare le fila del fronte rosso e tentare l’ardita rimonta per tornare al governo con l’agendina Draghi sottobraccio.

L’ammucchiata di sinistra piace così tanto all’imprenditore che in caso di sconfitta vede fantasmi degni di poltergeist profilarsi all’orizzonte: “Corriamo il pericolo più grave nella storia della Repubblica, sarebbe una catastrofe”.

L’imprenditore ha fatto anche nomi e cognomi. È convinto che nel fronte repubblicano debbano entrare Enrico Letta, Matteo Renzi, Carlo Calenda, Roberto Speranza, Renato Brunetta e Mariastella Gelmini. Inoltre, De Benedetti ha evocato la logica del Cln, ovvero il Comitato di liberazione nazionale come contro Benito Mussolini. “La Meloni e Salvini non ci metterebbero in camicia nera. Ma metterebbero a rischio la democrazia, l’Europa, i nostri valori. E isolerebbero l’Italia. Proprio come fece Mussolini”, ha osservato l’imprenditore.

La riproposizione di temi cari alla sinistra serve come il pane per terrorizzare gli italiani e dare il via prima di subito ad una campagna di demonizzazione dell’avversario per ammonire l’elettorato sul pericolo incombente. E quale sarebbe? “Il ritorno del fascismo”. Elementare Watson.

Aggiornato il 28 luglio 2022 alle ore 10:29