Di termovalorizzatore non si muore

Era il 17 febbraio 1992 quando il Pool di Mani Pulite, capitanato nell’operazione dal magistrato Antonio Di Pietro, arrestò nella casa di cura “Pio Albergo Trivulzio” Mario Chiesa, “il mariuolo” come ebbe a definirlo Bettino Craxi. Fu l’inizio di Tangentopoli e la fine della “Milano da bere”, nonché’ la fine del governo pentapartito e dei partiti costituenti che furono rasi al suolo dalla Procura di Milano, un vero e proprio carro armato! Da quel momento ebbe ad aprirsi una nuova fase della Prima Repubblica contrassegnata dal dualismo di due poli, aggregazioni di partiti frutto della legge elettorale Mattarella, che non colse appieno il mandato degli elettori espressosi a grandissima maggioranza in favore di elezioni politiche basate su collegi uninominali.

Ne è seguito un ventennio in cui gli elettori italiani si sono barcamenati fra un polo di centrosinistra guidato dal Pds-Ds-Pd e un polo di centrodestra capeggiato da Forza Italia, cioè la trasformazione gattopardesca del duopolio Pci vs Dc. Sostanzialmente il quadro delle forze politiche in campo ha subito una progressiva frammentazione peggiorando il susseguirsi di governi dalla durata sempre più precaria. Insomma, passando di crisi in crisi, internazionale o nazionale che fosse, ci siamo ritrovati con una 18ª legislatura presidiata dai sovranisti della Lega e i populisti del M5s, promotori di scelte politiche di corto respiro che, con l’avvallo dei mass media schiavi dello share, hanno corso verso falsi miti quali quello dell’uscita dall’euro e quello della decrescita infelice! Purtroppo per le loro velleità si sono messi di traverso il Covid e la guerra in Ucraina del criminale Vladimir Putin, che hanno spazzato via queste chimere, per cui ora come mai si avverte l’esigenza di un’Europa unita e solidale, capace di programmare il proprio sviluppo economico e di confrontarsi alla pari con le altre potenze economiche globali.

Ad elencare tutti i dietrofront di questi politici all’amatriciana ne verrebbe fuori un’enciclopedia Treccani, per cui preferisco soffermarmi su uno soltanto: la decrescita infelice è probabilmente la più probante; innumerevoli sono le infrastrutture a cui i grillini si sono opposti, ma per fortuna per noi italiani mal gliene incolse, perché col senno di poi, meno male che si sono o si stanno realizzando-confutando tutte le argomentazioni bislacche dell’elevato Beppe Grillo e dei seguaci da lui ipnotizzati. In generale, più infrastrutture ci sono, comprese le fonti di energia ecologica e nucleare di ultima generazione, meglio si riesce a dislocare e razionalizzare il traffico di persone e cose e ad acquisire autosufficienza energetica.

Comunque, volevo soffermarmi sulla realizzazione del termovalorizzatore di ultima generazione per Roma. Appurato che, dopo decenni di malapolitica di tutti i sindaci di Roma e i governatori regionali del Lazio, sono arrivati in massa gabbiani e cinghiali, è ineludibile che debbano intervenire le massime autorità dello Stato perché si edifichi una struttura in grado di chiudere il cerchio del trattamento dei rifiuti essendo la Capitale il biglietto da visita di una Nazione.

Come in tantissime grandi città e metropoli europee occorre portare la raccolta differenziata al 65 per cento. Ma il restante 35 per cento, costituito da indifferenziata e sostanza organica, non può essere che trattata dal termovalorizzatore per la riduzione della massa in piccola quantità e conseguente produzione di energia. L’alternativa è la discarica o il trasporto fuori sede della monnezza, cioè la peggiore modalità di inquinamento! Contrariamente a ciò che viene spacciato dall’indecente propaganda grillina, tutte le grandi città dove è presente il termovalorizzatore se lo tengono stretto per ridurre al minimo l’inquinamento e di conseguenza la mortalità, quella che deve essere scongiurata per il Governo Draghi, almeno fino alla scadenza di questa disgraziata legislatura. 

Aggiornato il 08 luglio 2022 alle ore 14:09