
Alla ricerca di una soluzione pacifica. Donald Trump è convinto di essere l’unico che può “far finire la guerra in Ucraina”, e con lui gli Stati Uniti. Che al momento stanno dialogando a Riad con le delegazioni di Mosca e Kiev, per capire i termini di una pace. “Stiamo parlando del desiderio e della prontezza dei Paesi a procedere lungo il percorso di una soluzione pacifica. C’è davvero una comprensione comune su questo”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Nel frattempo, nella capitale saudita si tengono colloqui riservati tra le delegazioni russa e americana. Un passaggio delicato, ma ancora lontano da un vero negoziato di pace. “Per quanto riguarda le questioni tecniche, sapete che su una certa parte delle questioni tecniche, su uno degli argomenti, per così dire, si stanno tenendo oggi a Riad delle negoziazioni tra la nostra delegazione e quella americana”, ha spiegato Peskov, facendo riferimento alle dichiarazioni del tycoon, secondo cui esistono già delle linee guida per un accordo sull’Ucraina. Ma i punti interrogativi sono ancora troppi. “Naturalmente ci sono molti, molti aspetti diversi ancora da esaminare”, ha aggiunto il portavoce di Vladimir Putin.
A spegnere ulteriormente gli entusiasmi è Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo: i colloqui a Riad non porteranno a nessuna “svolta”, servono solo a mantenere aperti i canali. “Il lavoro sta procedendo a porte chiuse. Non dovremmo tanto attendere delle svolte, quanto capire che il lavoro sta procedendo in diverse direzioni. Questa è una”, ha detto nel corso di un evento all’Università russa di Economia di Plekhanov. L’agenzia di stampa russa Tass riferisce che la segretezza dell’incontro è totale: i servizi di sicurezza sauditi hanno chiesto ai giornalisti di lasciare l’hotel Ritz-Carlton, dove le delegazioni stanno trattando. Segnale che le discussioni sono in una fase delicata, ma anche che nessuno vuole far trapelare troppo.
A Kiev, la strategia non cambia. Volodymyr Zelensky ribadisce che la guerra si deciderà comunque sul campo e non a tavolino. “La diplomazia sarà forte solo in posizioni forti in prima linea”, ha scritto il capo di Stato su Telegram, lasciando intendere che l’unico negoziato possibile sarà quello imposto dalla forza militare ucraina. Zelensky insiste: “Ogni giorno di questa guerra è dedicato alla protezione della nostra indipendenza, del nostro Stato e del nostro popolo. Ed è il nostro esercito, tutte le nostre forze di difesa e sicurezza dell’Ucraina, ogni unità e ogni soldato, a fornire questa protezione. Finché il nemico sarà sul nostro territorio e risuoneranno gli allarmi aerei, dovremo difendere l’Ucraina”. Kiev non arretra.
Intanto, dagli Stati Uniti arrivano nuovi dettagli sulle trattative. Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Mike Waltz, conferma che uno dei punti centrali è il destino dei bambini ucraini deportati in Russia. Secondo Kiev, sono almeno 19.500 i minori sottratti illegalmente e portati oltre confine. Alla domanda su quali siano gli obiettivi più ampi del negoziato, Waltz spiega che l’idea è consolidare il cessate il fuoco nel Mar Nero per poi passare a una discussione più ampia sul fronte di guerra. “Parleremo della linea di controllo, che è la vera e propria linea del fronte. E questo entra nei dettagli dei meccanismi di verifica, del mantenimento della pace, del congelamento delle linee dove sono. E poi, naturalmente, della pace più ampia e permanente”. Un obiettivo ambizioso, che però si scontra con la realtà sul campo. I combattimenti continuano e nessuna delle due parti sembra disposta a fare reali concessioni.
Dopo l’incontro tra Stati Uniti e Russia, gli americani discuteranno anche con la delegazione ucraina. Ma a Kiev nessuno si illude che basti un accordo per fermare la guerra. Oleksandr Merezhko, presidente della commissione parlamentare ucraina per gli Affari esteri, ha espresso i suoi dubbi alla Bbc: “Non abbiamo grandi aspettative. Tutto dipende da Putin, che non è interessato a un cessate il fuoco o alla pace e rappresenta un ostacolo importante sulla strada del cessate il fuoco”. Secondo Merezhko, l’Ucraina ha accettato “incondizionatamente” la proposta di Trump per il cessate il fuoco, ma la Russia l’ha rifiutata. Un cessate il fuoco parziale, almeno per proteggere le infrastrutture energetiche, potrebbe essere un primo passo, ma le speranze sono poche. “Abbiamo visto molte volte che Putin fa una promessa e poi la viola immediatamente”, ha osservato Merezhko.
Aggiornato il 24 marzo 2025 alle ore 15:49