La linea dura sull’auto non piace ai Paesi Ue

Bisogna sospendere le sanzioni. Le principali economie dell’Unione europea intensificano la pressione sulla Commissione per mettere in stand by le multe alle case automobilistiche che non raggiungeranno i target di emissione di CO2 previsti per il 2025, e per anticipare la revisione degli obiettivi sul bando ai motori a combustione fissato al 2035. L’ultima spinta arriva dal Consiglio ambiente, con un ordine del giorno promosso dalla Francia per discutere proprio l’impatto delle multe sul settore.

A prendere la parola è stata Agnès Pannier-Runacher, ministra francese per la Transizione ecologica, che ha sottolineato le difficoltà del comparto auto europeo nell’affrontare le sfide dellelettrificazione: “Nel 2024 le vendite di veicoli elettrici non hanno raggiunto le aspettative, né a livello globale né europeo. Questo probabilmente dipende anche dalle nostre politiche, che non possono ricadere esclusivamente sulle spalle degli attori industriali”, ha affermato. La ministra ha messo in guardia sui rischi di un sistema sanzionatorio che penalizza le aziende europee, spesso spinte a finanziare progetti all’estero, mentre quelle che investono in Europa subiscono un doppio svantaggio: “Questa strategia non sta accelerando l’elettrificazione, anzi indebolisce la nostra industria e pone interrogativi politici nell’opinione pubblica”, ha chiosato Pannier-Runacher.

Anche la Germania, attraverso il sottosegretario per gli Affari economici e la transizione Philipp Nimmermann, ha espresso preoccupazione per le conseguenze sulle filiere strategiche: “L’industria automobilistica è cruciale per la nostra economia. Serve maggiore sostegno per garantire la competitività e attrarre investimenti. Chiediamo che le sanzioni siano utilizzate in modo ponderato, senza compromettere i valori limite della flotta, essenziali per il futuro del settore”. La posizione tedesca riflette una visione pragmatica: tutelare le catene del valore e offrire margini di manovra per favorire una transizione sostenibile senza indebolire la base industriale europea.

L’ITALIA CHIEDE UNA VISIONE A LUNGO TERMINE

L’Italia, rappresentata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha già tracciato una linea chiara con un documento inviato alla Commissione. Nel testo, l’Italia chiede una revisione immediata del regolamento sulle emissioni per i veicoli leggeri, evidenziando come il sistema delle sanzioni attuali rischi di ostacolare l’innovazione anziché favorirla. “Le multe peggiorano le condizioni per i produttori di veicoli leggeri e commerciali pesanti, compresi quelli di piccoli volumi. Servono misure che bilancino neutralità climatica e competitività industriale, tutelando al contempo le eccellenze della filiera europea”, si legge nel non paper italiano. Tra le priorità dell’Esecutivo, spicca la richiesta di un approccio basato sul principio di neutralità tecnologica: “Tutte le tecnologie disponibili, inclusi i biocarburanti, devono essere parte della strategia di decarbonizzazione”.

Aggiornato il 18 dicembre 2024 alle ore 15:18