Ucraina: ecco servita la soluzione coreana

Forse non è proprio a questo che pensavano coloro che proponevano per l’Ucraina la cosiddetta “soluzione coreana”, ma la verità è che le questioni irrisolte prima o poi presentano il conto. Ed è così che la Corea del Nord, nata dall’accordo di armistizio coreano del 1953 che ha portato a un cessate il fuoco senza che fosse mai firmato alcun trattato di pace, ora sbarca in Europa. Non con un suo padiglione all’Expo 2024, ma portando la guerra a casa nostra. Dall’inizio della guerra di aggressione su larga scala, la Corea del Nord ha subito assunto un ruolo attivo per sostenere gli sforzi della Russia per invadere l’Ucraina, ossia per rovesciare una democrazia in Europa. Tuttavia, ora un ulteriore passo verso l’escalation è stato compiuto e, si badi bene, non lo ha fatto la Nato o l’Ucraina, ma la Corea del Nord i cui soldati sono giunti in Europa per uccidere cittadini europei. In questo momento si valuta che circa 10mila i soldati nordcoreani si stiano preparando in Russia per essere impiegati nella guerra di aggressione contro l’Ucraina. Eppure, sembra che la cosa non ci tocchi.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy chiede una “risposta forte” dalla comunità internazionale. Le accuse dell’Ucraina sono state sostenute dalla Corea del Sud, portando a chiedere l'immediato ritiro delle truppe nordcoreane dalla Russia. I funzionari di Seul hanno convocato l'ambasciatore russo lunedì per condannare l'intensificazione della cooperazione militare tra Pyongyang e Mosca. Nel frattempo, l'ambasciatrice britannica alle Nazioni unite, Barbara Woodward, ha informato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che era "altamente probabile". La Corea del Nord aveva accettato di inviare truppe da combattimento a sostegno della guerra della Russia contro l’Ucraina.

La decisione della Corea del Nord di fornire soldati al presidente russo Vladimir Putin aggrava ulteriormente il coinvolgimento di Pyongyang in un'invasione che è già la più grande guerra europea dalla Seconda Guerra mondiale. Gli Stati Uniti hanno accusato per la prima volta la Corea del Nord di fornire alla Russia proiettili di artiglieria nel settembre 2022. Putin e il suo omologo nordcoreano, Kim Jong-un, hanno poi tenuto una serie di incontri di alto profilo. Nel giugno 2024, i due dittatori hanno firmato un patto di difesa reciproca, sottolineando il rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza tra le loro nazioni.

Con il progredire dell'invasione dell’Ucraina, la dipendenza della Russia dalla Corea del Nord è cresciuta. Nell’ottobre 2024, il quotidiano britannico The Times ha citato le stime dell’intelligence occidentale che indicano che la Corea del Nord stava ora fornendo la metà di tutti i proiettili di artiglieria usati dall’esercito russo in Ucraina. Si ritiene inoltre che la Corea del Nord stia fornendo missili balistici per la campagna di bombardamenti aerei della Russia contro le città e le infrastrutture civili ucraine. L'uso di missili forniti dalla Corea del Nord da parte dell’esercito russo in Ucraina è stato confermato per la prima volta nel dicembre 2023, secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby.

I missili balistici forniti dalla Corea del Nord hanno una gittata fino a 690 chilometri e sono estremamente difficili da abbattere con i sistemi di difesa aerea esistenti in Ucraina. Questo li rende un’aggiunta molto significativa all’arsenale di Putin. La capacità della Corea del Nord di produrre tali armi dipende dalla capacità di Pyongyang di aggirare le sanzioni sui principali componenti missilistici prodotti in Occidente. Una ricerca condotta dalla Commissione indipendente anticorruzione di Kyiv ha recentemente identificato una serie di componenti occidentali in un missile nordcoreano che è stato abbattuto nella regione di Poltava nell’Ucraina centrale all'inizio di settembre 2024. L’ispezione del missile ha confermato la presenza di microelettronica prodotta negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nei Paesi Bassi e in Svizzera. È stato particolarmente sorprendente notare che molti di questi componenti sono stati prodotti solo nel 2022 o nel 2023.

Questo non è un problema nuovo, naturalmente. In effetti, il pubblico internazionale non è più particolarmente scioccato o addirittura sorpreso dalle ultime rivelazioni sui componenti occidentali nei razzi russi e nei droni iraniani. Tuttavia, la notizia che le tecnologie occidentali limitate stiano arrivando in uno dei Paesi più sanzionati e notoriamente isolati al mondo dovrebbe ora rafforzare le richieste di introduzione di controlli sulle esportazioni molto più severi. A più di due anni e mezzo dall’inizio dell’invasione, la tecnologia occidentale sta ancora svolgendo un ruolo importante nello sforzo bellico della Russia.

Mosca, Teheran e Pyongyang dipendono tutte fortemente dai componenti prodotti da aziende in Europa e Nord America, e hanno evidentemente trovato il modo di tenere aperti i canali di distribuzione illeciti. L’Asse degli autocrati messo assieme da Putin può odiare l’Occidente, ma rimane fortemente dipendente dalle tecnologie occidentali. Ciò è confermato da prove fisiche e scoperte di intelligence provenienti dall’Ucraina. In altre parole, la Russia ha invaso un Paese europeo usando armi che letteralmente non esisterebbero senza parti importate da aziende europee e statunitensi.

Se i leader occidentali vogliono minare la macchina da guerra di Putin, uno dei primi passi dovrebbe essere quello di impedire alla Russia e ai suoi alleati di acquisire i componenti occidentali di cui hanno bisogno per mantenere le loro industrie di difesa e rifornire i loro eserciti.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

Aggiornato il 23 ottobre 2024 alle ore 18:27