Lo ha fatto sapere l’esercito israeliano. I piani operativi per un’offensiva in Libano sono stati approvati e valutati dal Comando nord delle Forze di difesa israeliane (Idf). La notizia, è stata data dal Times of Israel. Il via libera è stato dato da un vertice militare, il generale Ori Gordin. Assieme al capo della Direzione delle operazioni, il generale Oded Basyuk. L’esercito ha affermato che gli ufficiali più eminenti avrebbero fatto una riunione strategica in cui “sono stati approvati i piani operativi per un’offensiva in Libano”, ha spiegato il quotidiano di Tel Aviv. Gli alti comandanti avrebbero discusso pure della “prontezza delle forze sul terreno”, ha aggiunto l’Idf. Questa, è la prima decisione importante presa dallo scioglimento del Gabinetto di guerra da parte di Benjamin Netanyahu, orfano di Benny Gantz e Gadi Eisenkot.
I numerosi attacchi di Hezbollah e dei gruppi palestinesi nel Paese a nord di Israele hanno fatto suonare le sirene anti-razzo su tutti i confini dello Stato ebraico, facendo crescere i timori per un conflitto più ampio. Una guerra allargata che colpirà, molto probabilmente, tutte le popolazioni esterne alla diatriba tra israeliani e palestinesi che vivono al confine tra Israele e Libano. Tra questi, ci sono principalmente ebrei, cristiani maroniti e drusi. Nessuno di loro vorrebbe la guerra. “Vivi e lascia vivere”, ha commentato un uomo stanco del conflitto ai microfoni di Rainews24. Nel frattempo, i carri armati israeliani si inoltrano sempre di più a Rafah. I corazzati dell’Idf sostenuti dai Jet da guerra e dai droni, sono entrati in cinque quartieri diversi dopo mezzanotte. Lo hanno riferito alcune testimonianze dirette, civili bloccati nella Striscia e medici palestinesi. Delle 2,3 milioni di persone che abitavano a Gaza prima del conflitto, ora ne sarebbero rimaste circa 100mila. Lo riferiscono le Nazioni unite, dopo aver appreso di un ennesimo raid su alcuni palazzi ancora in piedi a Rafah.
Aggiornato il 19 giugno 2024 alle ore 16:01