Jens Stoltenberg accusa la Russia. “Mosca sa che una guerra nucleare non può essere vinta”. Lo afferma il segretario generale della Nato, intervistato da Repubblica. “Non vediamo nessuno rischio imminente di qualsiasi attacco militare contro qualsiasi alleato della Nato. Però – sostiene – è vero che la retorica nucleare russa è da incoscienti: stiamo monitorando ma non abbiamo visto alcun cambiamento nel loro atteggiamento da questo punto di vista.”. Il numero uno dell’Alleanza atlantica sottolinea che la decisione di Vladimir Putin di far partire delle operazioni nucleari “è una sfida spericolata e pericolosa. La Russia ha avuto questo tipo di retorica fin dall’inizio. Il presidente russo ha tenuto un discorso in cui ha anche fatto riferimento al potenziale uso di armi nucleari. È un atteggiamento da incosciente”.
Intanto, ieri, gli ambasciatori dei Ventisette hanno raggiunto “un accordo di principio” sull’utilizzo dei profitti generati dai beni russi immobilizzati nell’Unione europea. I fondi – derivanti proprio dall’immobilizzazione e al netto della tassazione – verranno destinati al fondo per la ripresa ucraina (10 per cento) e alla fornitura di armi (90 per cento). L’intesa, che deve ancora essere confermata a livello dei ministri dell’Unione europea, arriva dopo lunghi e aspri dibattiti su come utilizzare i beni statali russi bloccati dopo l’invasione dell’Ucraina. Un tesoro da circa 210 miliardi di euro. La Commissione europea aveva presentato a marzo un piano volto a confiscare i proventi prodotti da questi beni, che potrebbe consentire di liberare tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro all’anno a favore di Kiev.
Diversi Stati – ma anche la Bce – non hanno nascosto il timore che un’iniziativa del genere possa avere ripercussioni legali e soprattutto nei mercati finanziari, intaccando la credibilità dell’Ue agli occhi degli investitori stranieri. Nei mesi scorsi Mosca non ha mancato di minacciare azioni legali “per decenni” nel caso di utilizzo degli extraprofitti dei suoi beni immobilizzati. La stragrande maggioranza dei beni russi immobilizzati si trova in Belgio. Sono amministrati da Euroclear, società internazionale di deposito di fondi. L’anno scorso il gruppo è riuscito a ricavare entrate per un totale di 4,4 miliardi di euro, una somma tassata dallo Stato belga come imposta sulle società per un valore che nel 2024 dovrebbe ammontare a 1,7 miliardi. Nell’accordo raggiunto tra i Ventisette è stata notevolmente ridotta la percentuale – dal 3 allo 0,3 per cento dei profitti netti – che dovrebbero essere destinata a Euroclear per le operazioni di gestione dei fondi.
Aggiornato il 09 maggio 2024 alle ore 18:55