Il tetto al principio di realtà

Come riportato dalla stampa nazionale, entro questa settimana il Consiglio europeo, su proposta della Commissione Ue, dovrebbe “finalmente” approvare il chimerico tetto al prezzo del gas. Tetto il cui solo annuncio ha già alterato i rapporti con l’Algeria, che attualmente è il nostro maggiore fornitore. Da quel che si è capito, il medesimo tetto dovrebbe avere una durata di appena tre mesi, con l’obiettivo, a mio avviso assolutamente demenziale, di evitare una fluttuazione nel prezzo che vada oltre il 5 per cento.

Ora, in primis mi sembra evidente che si tratti di una classica foglia di fico messa per coprire un problema colossale, quello dell’approvvigionamento di una materia prima tanto importante, che solo un ingenuo o uno sprovveduto potrebbe pensare di risolvere con un atto deliberato dei Paesi acquirenti. Una mossa propagandistica che, tra le altre cose, serve a mantenere una certa coesione di facciata tra i 27 membri dell’Unione europea e a dimostrare alle relative popolazioni, così come accaduto con la follia del Covid-19, che i vari governi stanno facendo di tutto per risolvere una questione che, segnatamente all’Italia, rischia di far sprofondare nel sottosviluppo i sistemi economici più fragili.

Tuttavia, così come se ne renderà ben presto conto Giorgia Meloni, sempreché quest’ultima non l’abbia già mangiata la citata foglia di fico, non esistono affatto scorciatoie di natura politico-burocratica per riportare i prezzi delle bollette a un livello che consenta la sostenibilità, a medio e lungo termine, di famiglie e imprese.

Allo stesso modo, sempre in relazione al nostro disgraziatissimo Paese, neppure il fantomatico scostamento di bilancio, che la stessa premier in pectore ha citato come extrema ratio in campagna elettorale, risulta praticabile, soprattutto dopo la sequela di disastri finanziari che si sono succeduti dopo l’ingresso dei grillini nella stanza dei bottoni e culminati con la follia delle peggiori restrizioni sanitarie del mondo avanzato. Disastri che hanno ulteriormente ridotto la nostra già scarsa capacità fiscale e che, con un debito pubblico cresciuto di oltre 20 punti percentuali nel corso della pandemia, oggi impongono una rigida disciplina di bilancio.

E quando dalle estreme radicali di destra e sinistra, compresa la sempre agguerrita minoranza di complottisti di varie estrazioni, già si rimprovera a Meloni di essersi messa sul binario imposto dai poteri forti, la risposta da dare è piuttosto semplice: si tratta del potere supremo – e invalicabile – del principio di realtà, bellezza!

Aggiornato il 19 ottobre 2022 alle ore 09:58