Il front runner del popolo mascherato

Come ampiamente riportato dalla stampa nazionale, Enrico Letta si è candidato a svolgere il ruolo di front runner, in italiano “corridore di testa”, del Partito democratico. Questa surreale auto-investitura il segretario dem l’ha espressa durante la direzione del Pd, allargata ai gruppi parlamentari, che si è svolta il 26 luglio. Entrando indirettamente in polemica con Carlo Calenda, il quale vorrebbe puntare su una futura premiership di Mario Draghi o in subordine sulla sua, così si è espresso Letta: “Ho letto ieri, sulle agenzie, la discussione sulla premiership, una discussione che ho trovato surreale. Tuttavia – ha poi aggiunto – voglio derubricare questa assurda discussione sulla premiership dicendo che se voi lo volete assumo completamente il ruolo di front runner della nostra campagna elettorale, della nostra lista. E assumo fino in fondo questa responsabilità, lo farò con la massima determinazione, sapendo che questo impegno è un impegno nel quale tutti insieme dobbiamo mettercela tutta”.

Ora, al di là di una questione sulla leadership che, a guardare i sondaggi, non sembra così dirimente per una coalizione di centrosinistra, ancora alla ricerca di un suo introvabile centro di gravità permanente. Ciò che mi ha personalmente colpito, ascoltando in tivù ampi stralci dell’intervento di Letta, è che nell’ambito della stessa direzione nazionale l’unico che non indossava l’ingombrante mascherina Ffp2 era il segretario, mentre pronunciava il suo intervento. Tutto il resto del numeroso e sinistro consesso si rendeva quasi irriconoscibile, dal momento che, da quel che si è potuto osservare dai vari servizi televisivi dedicati alla riunione, nessuno ha osato sfidare le raccomandazioni delle nostre autorità sanitaria a indossare il sopravvalutato strumento di protezione individuale.

Ebbene, se c’erano già molte buone ragioni per non sostenere un partito, il Pd, e uno schieramento che sembra aver trovato nell’emergenzialità permanente il suo inesauribile filone aureo (dopo l’emergenza sanitaria, è spuntata quella climatica), l’evidente simbolismo delle mascherine, orrendo strumento di controllo sociale, che pure durante la direzione il Partito democratico ha voluto lanciare al Paese, a mio avviso taglia definitivamente la testa al toro. Per chi ancora continua a sostenere, sventolando le citate mascherine, la correttezza delle abominevoli restrizioni sanitarie che sono state imposte l’unica sanzione politica accettabile è quella delle urne, evitando accuratamente di votarlo, se lo conosci.

Aggiornato il 29 luglio 2022 alle ore 10:32