Verifica di governo: tempismo perfetto

La richiesta di una verifica di governo da parte di Silvio Berlusconi non è solo legittima ma politicamente opportuna. Essere leali al governo non può significare sottostare a scelte che confliggono con la stessa ragion d’essere della partecipazione di Forza Italia a un esecutivo di “unità nazionale”. Governo che avrebbe dovuto gestire alcuni specifici problemi quali: l’emergenza Covid e il Pnrr. Restare in una coalizione che tira a campare e che guarda sempre più a sinistra è economicamente insostenibile per il Paese e politicamente suicida. Ancora una volta il leader di Forza Italia risulta essere il più lucido nel leggere la situazione politica e ha scelto il timing giusto per far valere il ruolo della sua forza politica nel governo. I cittadini non ne possono più di un Governo che gestisce il potere utilizzando il mantra delle continue emergenze. Per primo, ha compreso che il braccio di ferro intrapreso dall’Occidente nei confronti della Federazione Russa sarebbe stato devastante per le implicazioni economiche e sociali che avrebbe causato.

Il suo pragmatismo, sempre ancorato ai valori della democrazia e dell’atlantismo, tornerà utile nel momento in cui il centrodestra ritornerà, con le elezioni politiche, a governare il Paese. L’Italia potrà di nuovo essere protagonista nel ruolo che meglio ha saputo svolgere nella sua storia repubblicana: risolvere le controversie internazionali con la diplomazia. Quello che per molti può sembrare velleitario, per Silvio Berlusconi, lo dimostra la sua storia personale, è possibile. I successi diplomatici oggi gli vengono universalmente riconosciuti anche dagli avversari politici in Italia e in Europa. Gode, ancora, di un buon rapporto con Recep Tayyip Erdoğan, maturato ai tempi della sua presidenza del Consiglio e un rapporto di amicizia con Vladimir Putin che dovrà essere, comunque, coinvolto per risolvere, il più presto possibile, il problema della guerra in Ucraina. Non si è mai sognato di dare del dittatore a nessun leader, né tantomeno, definirlo un criminale o macellaio. Non ha mai attaccato sul piano personale nessun leader politico, anche nei confronti di coloro che si sono apertamente dichiarati suoi nemici.

L’unico errore che gli addebito è la generosità, che in politica non paga, nei confronti di personaggi che lo hanno blandito nei momenti di maggiore forza della sua leadership per voltargli le spalle quando si è trovato in difficoltà. Il tempo è galantuomo. Il rischio, che per me è un’opportunità, è quello che parte degli eletti in Forza Italia pur di mantenere le poltrone sosterranno un eventuale Draghi bis. È l’occasione per gli azzurri di liberarsi dai trasformisti che oggi hanno assunto la denominazione di “centristi”.  Il suo ruolo è ritornato ad essere centrale e decisivo nella politica italiana e anche in quella europea. Il Cavaliere sarà ancora il protagonista di questa tornata elettorale. Riuscirà, con le sue innate doti di mediazione, a mettere d’accordo Giorgia Meloni e Matteo Salvini? La pacificazione è indispensabile per vincere le elezioni e dare alla Nazione un governo politico di legislatura.

Aggiornato il 13 luglio 2022 alle ore 17:51