C’è sempre una variante all’orizzonte

Alcuni giorni orsono, durante una edizione del Tg2, dai potenti mezzi televisivi della Rai abbiamo appreso che sta arrivando anche in Italia l’ennesima variante del Sars-Cov-2, quella indiana. In un desolante servizio, che vale la pena riportare testualmente, la giornalista che lo ha realizzato è riuscita a toccare vertici inesplorati nel campo della comunicazione surreale, contribuendo ad aumentare il preoccupante gap cognitivo che sta affliggendo un intero Paese in questi oscuri anni di pandemia: “È ufficiale, il Coronavirus non scompare per decreto (cosa peraltro mai accaduta per nessun virus) né – esso – ha intenzione di andare in vacanze (idem con patate). Ieri più di 132mila contagi, ma si tratta probabilmente di numeri al ribasso, perché in molti preferiscono i tamponi casalinghi, che non risultano nei conteggi ufficiali. Una situazione peggiore di quella di un anno fa. Insomma, c’è una ripresa del virus e se la copertura vaccinale rende in linea di massima il decorso del Covid poco preoccupante (lo era anche con il virus di Wuhan per la stragrande maggioranza della popolazione, anche senza vaccino), i fragili sono sempre a rischio (lo sarebbero a prescindere pure con qualsiasi altro virus respiratorio). A dare pensiero è la variante indiana, a quanto pare cinque volte più contagiosa. Basti pensare che – quest’ultima – nell’arco di un mese si è diffusa dall’India alla Germania e al Canada, fino alla Nuova Zelanda. L’attenzione è all’autunno, quando la copertura di chi si è vaccinato a dicembre sarà meno protettiva. Il virus non corre solo in Italia. Ieri, infatti, in Francia più di 200mila casi. Intanto, per non funestarci anche le vacanze, ricordiamo che questo Coronavirus ama i luoghi affollati e teme soltanto mascherine e igiene delle mani”.

Come si vede, oramai la comunicazione di ciò che correttamente viene definito come il giornale unico del virus, di cui la Rai rappresenta senz’altro la punta di diamante, è sempre più basata su un mero dogma religioso. Un dogma sempre più lontano dalle evidenze scientifiche le quali, vorrei segnalare a chi è ancora disposto a bersi simili pozioni tossiche a mezzo stampa, in alcuni grandi Stati europei hanno innescato un certo ripensamento da parte delle locali autorità sanitarie.

A quanto riportato durante una recente puntata di “In Onda”, programma condotto su La7 da David Parenzo e Concita De Gregorio, sembra che in Germania le stesse autorità starebbero arrivando alla conclusione secondo la quale nessuna delle misure restrittive messe in campo per bloccare la diffusione del Coronavirus abbia avuto un qualche effetto significativo. Mentre da noi si continuano a evocare preoccupanti forme di regressione di massa, creando una sorta di paranoia collettiva che solo attraverso assurde forme ritualistiche, come per l’appunto mascherine e lavaggio ossessivo delle mani, sembra possibile esorcizzare.

Infine, nel mezzo del succitato servizio, preclaro esempio di terrorismo virale, sono stati inseriti due brevissimi interventi di Fabrizio Pregliasco, vero specialista del medesimo terrorismo. In sintesi, il virologo ha dichiarato che purtroppo la variante indiana “ha la capacità di schivare la capacità di protezione data dalla guarigione o dalla vaccinazione”. Quindi, ha successivamente aggiunto Pregliasco, “sarà pertanto fondamentale eseguire una vaccinazione di richiamo per tutti, ma soprattutto dai 50 anni in su”. Ergo, secondo questo genio anche la variante indiana buca gli attuali e obsoleti vaccini (cosa che oramai hanno capito pure i sassi). Tuttavia, facciamoci inoculare in massa la quarta dose, che non copre e che, di conseguenza, può solo far aumentare i numerosi casi avversi che stanno caratterizzando i vaccini a mRrna. In questo senso, al pari di tanti suoi colleghi, il direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano sembra essersi completamente dimenticato il principio che si insegna alle matricole della facoltà di Medicina: primum non nocere.

Aggiornato il 13 luglio 2022 alle ore 10:13