Morti di Covid, statistiche e dubbi

Mi chiedo: se un infermiere raccoglie un morto di Covid, non è che per caso riceve un’indennità, con cui guadagna qualcosa in più rispetto al caso in cui dovesse trovarsi davanti un morto qualunque? Nel tam-tam delle notizie che vengono trasmesse tra persone qualunque, in maniera molto insistente, si parla spesso di anziani congiunti morti, ad esempio, di infarto e di infermieri che giunti nelle case delle rispettive famiglie – per portarli praticamente all’obitorio – quasi con fare ingenuo domandano: “A voi dispiace se scriviamo che è morto di Covid? Ci danno molti euro in più che per un morto di qualunque altro motivo”. Il bello è che accade spesso che i familiari, invece di indignarsi, visto che sono ancora in lacrime, dicono semplicemente: “Sì, fate pure”.

Dato che in Italia si apre un’inchiesta su qualunque cosa – e spesso nemmeno si chiude – sarebbe interessante se gli “united pm of Italy” ogni tanto piazzassero un trojan pure nei telefoni di alcuni inqualificabili operatori sanitari, che oltretutto in questo modo gonfiano a dismisura l’elenco dei morti per Covid, non controllabile con i dati aggregatissimi che finora vengono diffusi.

La sensazione – comunque sia – è che se uno perisce, buttandosi sotto un treno o se si prende in fronte un tram, qualcuno per prima cosa gli fa un tampone anti-Covid. Se dovesse risultare positivo, finirebbe automaticamente nell’elenco dei morti per Covid. Questi metodi, di certo, non servono alla sedicente lotta contro il Covid. Anzi, ne minano la credibilità.

Aggiornato il 05 marzo 2021 alle ore 12:30