Sfidiamo chiunque a confermare che se allo scoppio della pandemia avessimo cacciato via questo Governo per mettere Mario Draghi assieme alle migliori intelligenze del Paese al posto delle peggiori deficienze nel senso scolastico del termine, vedasi l’enciclopedia Treccani, ci saremmo comunque ritrovati come siamo. Del resto, scusate è proprio nella burrasca che l’ammiraglio, gli ufficiali di coperta e l’equipaggio fanno differenza, una questione di conoscenza, esperienza e competenza di lungo corso, tutto ciò che in questo Governo è inesistente oppure scarso, ecco perché siamo allo sbando. Siamo arrivati a un punto tale dove non solo non c’è nulla di normale, si procede a tentativi, espedienti e rimedi approssimativi, ma si è perso totalmente l’orientamento e la direzione per guidare in porto la nazione. Anzi, andiamo peggiorando, imbarcando acqua, insomma stiamo affondando e lo vediamo.
Del resto, basterebbe pensare alla sequela dei Dpcm a distanza di pochi giorni, una serie di toppe peggiori dei buchi, agli annunci in libertà su tutto e il suo contrario, agli sbagli a raffica di questo o quel commissario, pensare al fatto di aver bruciato 100 miliardi in cambio di poco o niente e di aver necessità costante di altro deficit e altro debito, di non capire affatto dove andare e cosa fare nel mezzo di una crisi epocale. Qui non si tratta solo del Covid intorno al quale si è creata una confusione generale, aperture chiusure, orari e misure, settori sottoposti a censure e settori trascurati, del clima di paura e di terrore che si è creato a forza di allarmi e allerte da spaventare senza limiti la gente. Si tratta di strategia, di interventi finalizzati per l’economia, di una strada programmata e chiara da seguire per salvare il Paese. Come si può negare che questo Governo non ne abbia azzeccata una dall’inizio della crisi e della pandemia, basterebbe rileggere e riascoltare sia i provvedimenti e sia gli annunci per mettersi le mani nei capelli. Possibile che ancora si faccia finta di niente, si faccia finta di non capire, ci si limiti alle raccomandazioni di fronte allo sbando, ad un Paese fuori controllo completamente.
Qui è sfuggito di mano tutto: i conti, il debito effettivo, la spesa statale, la situazione fiscale, lo stato dell’economia reale, la dimensione del bilancio nazionale. Si procede con numeri e cifre buttati giù a sensazione senza riscontri, ritorni oggettivi, calcoli effettivi. Del resto, scusate, vi pare normale che ogni giorno si chiedano scostamenti, aggiornamenti, extra finanziamenti, senza un minimo di criterio. È tutta una improvvisazione, si cambia quotidianamente direzione, ci si è messi in mano completamente a tecnici e sanitari, che non solo sono in contrasto tra di loro creando paura e confusione, ma che non hanno idea di manovrare l’economia della settima potenza mondiale piuttosto che quella condominiale. Possibile non si capisca che una chiusura solo per paura anziché per certezza scientifica possa generare un danno irreparabile. L’Italia non è un laboratorio di tentativi successivi, del tipo metto questo e tolgo quello, se non va bene aggiungo, cambio e ricomincio di nuovo. Sotto queste tarantelle c’è un Paese di 60 milioni di persone, un’economia settima mondiale, che a giocarci intorno può finire male col risultato di una catastrofe generale.
Quello che spaventa e preoccupa mortalmente è che per ignoranza, incoscienza ed arroganza non si è stati capaci nemmeno di copiare gli interventi degli altri Paesi, ci si è attorcigliati in litigi interni, minacce di coalizione, ultimatum di chi sta al Governo e fa opposizione, ricatti politici e veti incrociati, l’ottusità di posizioni ideologiche assistenzialiste, stataliste, pauperiste, che sono la morte dell’economia e non risolvono i problemi della pandemia. Del resto, il livello totale di impreparazione si vede ad ogni conferenza stampa dove leggono a memoria un foglietto di paroloni senza senso “potenza di fuoco, manovra corposa, interventi espansivi, cifre forti programmate capienti e stimolanti, misure adatte alla crescita e allo sviluppo”. Una roba da “Bignami” come fosse un questionario d’economia. Dopodiché, sotto il vestito niente. Niente sullo stato reale dei conti, come stiamo messi? Sul debito finale che avremo, quale sarà? Sulla spesa e sulla cassa, quali coperture? Quanto cresceremo e come rientreremo? Insomma, si bruciano cifre gigantesche ma il Paese non risponde e non riparte e si corre il rischio di uno sfascio contabile, tale da sprofondare la ricchezza nazionale: sarà mica un caso che siamo gli ultimi su tutto.
Ecco perché scriviamo fuori controllo. Il Pil cola a picco, la burocrazia al posto di cessare è da impazzire, sui bonus, sulle agevolazioni è un groviglio di certificazioni, sui clandestini siamo allo sbando arriva di tutto e lo vediamo alla faccia dei, porti aperti e Ius soli. Sulla seconda ondata c’è l’Italia impreparata, per l’economia siamo alla rivolta, la scuola dei banchi a rotelle è un caos, sono pronte milioni di cartelle, sul clima sociale siamo all’esasperazione. Mancano i vaccini in farmacia, si è tolta libertà e democrazia e siamo in preda alla pandemia col rischio di finire sepolti in casa e di riuscire un giorno per trovare solo il deserto. Perché ammesso e non concesso che l’unica soluzione sia di murarci dentro, quando sarà possibile tornare in strada cosa vedremo se non la desolazione, il deserto, le serrande tutte chiuse, abbandonate, il silenzio e la morte dell’economia, altro che la vittoria sull’epidemia.
Ecco perché a casa e subito deve andare questa coalizione, questo Governo giallorosso, questa alleanza ipocrita, incapace e forse compiacente a un disegno di nuovo ordine mondiale provocato dalla pandemia guarda caso partita dalla Cina, l’unica al mondo che scoppia di salute, per soppiantare libertà, mercato e democrazia attraverso la distruzione dell’economia con una guerra diversa ma purché sia.
Aggiornato il 31 ottobre 2020 alle ore 09:30