Disabilità e bonus 75 per cento: un atto di civiltà

Domenica primo ottobre, in piazza Colonna a Roma, nel corso del Congresso nazionale di Fiaba, associazione che raggruppa circa 10mila disabili e che vanta una interlocuzione parlamentare di prim’ordine, si è parlato del bonus 75 per cento, ovvero della misura afferente l’abbattimento delle barriere architettoniche, quelle che impediscono al portatore di handicap di fruire a pieno della propria abitazione o degli uffici pubblici. Occorre ricordare che la Legge di Bilancio per il 2023 ha prorogato fino al 31 dicembre 2025 la scadenza della detrazione Irpef ed Ires del 75 per cento sugli interventi necessari per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici esistenti. La norma era stata introdotta solo per l’annualità scorsa dalla Legge di Bilancio (articolo 119 ter del Decreto legge 34/2020).

Bisogna brevemente ricordare i grandi vantaggi di questa norma: per l’approvazione basta il 33 per cento di favorevoli nell’assemblea condominiale; è ammesso lo sconto in fattura; i limiti sono cumulabili con gli altri bonus, se adottati. Gli stessi sono così determinati: 50mila euro per gli edifici unifamiliari; 40mila euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli stabili composti da due a otto unità immobiliari; 30mila euro per i fabbricati composti da più di otto unità immobiliari. La detrazione per Irpef ed Ires del 75 per cento, finalizzata all’eliminazione delle barriere architettoniche, spetta anche ai titolari di reddito di impresa che effettuano gli interventi su immobili da essi posseduti o detenuti, a prescindere dalla loro qualificazione: strumentali; immobili merce o patrimoniali. Invece di insistere sull’Ecobonus, è opportuno che i privati e le imprese approfondiscano la tematica, considerato il notevole lasso di tempo utile (ripetiamo: 31 dicembre 2025) per attivarsi e per usufruire dei vantaggi che ne conseguono.

Aggiornato il 10 ottobre 2023 alle ore 12:05