La rottamazione quater per il rilancio dell’economia italiana

In una contingenza economica alquanto critica e nefasta per il benessere sociale della cittadinanza italiana, dove si computano 6 milioni di poveri e quasi 2 milioni di famiglie indigenti, tra le molte sterili e perniciose iniziative del legislatore per fronteggiare il gravoso problema, finalmente, è stato preso un provvedimento salutare e funzionale alla ripresa economica di coloro che si trovano in uno stato economico in difficoltà.

Nello specifico, mi riferisco alla legiferazione tributaria della rottamazione quater, che permetterà a tutti coloro che non hanno potuto adempiere ai propri doveri (costituzionalmente previsti) di contribuire alla spesa pubblica in modo proporzionale e progressivo, pagando quanto dovuto, decurtato degli interessi (che molto spesso rasentano l’anatocismo). Il legislatore italiano ha preso atto dello stato di indigenza diffuso tra gli italiani, dovuto sia alle conseguenze economiche della pandemia e sia a un fatto ormai endemico e strutturale dell’Italia.

Le fallimentari politiche economiche di alcuni governi che hanno preceduto quello attuale, non solo non hanno aumentato l’occupazione e non hanno reso più competitivo il nostro sistema imprenditoriale e produttivo, non riducendo il devastante cosiddetto cuneo fiscale, ma hanno aumentato un parassitario e incontrollato sistema assistenzialistico con il Reddito di cittadinanza, che è stato oggetto di interesse e di accaparramento da parte della criminalità (spesso anche di stampo mafioso) e della corruzione in generale.

Una positiva e costruttiva iniziativa governativa è stata quella di estendere la rottamazione anche al mondo imprenditoriale, annoverando le persone giuridiche tra coloro cui spetta la facoltà di rottamare. A tale riguardo, ho avuto il piacere di intervistare l’avvocato Luigi Piccarozzi, membro della Commissione di diritto tributario del Consiglio dell’ordine avvocati di Roma, nonché consigliere della Camera degli avvocati tributaristi di Roma e quindi esperto e competente della materia in questione, al quale ho posto le seguenti domande.

In cosa consiste la rottamazione quater delle cartelle?

La rottamazione quater delle cartelle si applica ai debiti affidati in riscossione dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. I contribuenti che aderiscono alla rottamazioneverseranno il solo importo del debito residuo senza corrispondere le sanzioni, gli interessi di mora, quelli iscritti a ruolo e l’aggio, mentre le multe stradali potranno essere definite senza il pagamento degli interessi, comunque denominati, e dell’aggio. La domanda dovrà essere presentata in via telematica entro il termine del 30 aprile 2023 con Spid, Cie e Cns, attraverso il sito dell'Agenzia Entrate-Riscossione ovvero attraverso gli agenti di riscossione di competenza, senza la necessità, in questo caso, di allegare il proprio documento di riconoscimento. Potrà essere presentata anche con pec o mail allegando con il prescritto modulo reperibile sul sito ed allegando il proprio documento, così come potrà essere presentata incaricando un avvocato o un commercialista.

Possono aderire anche coloro che sono decaduti dalle precedenti rottamazioni per mancato pagamento delle rate?

Si, l’Agenzia della Riscossione ha precisato che, a seguito delle richieste di chiarimento pervenute, si ricorda che la Legge di Bilancio per il 2023 (Legge n. 197/2022) consente anche a coloro che hanno aderito alla Rottamazione-ter, a prescindere se in regola con i pagamenti, di presentare domanda per accedere alla nuova Definizione agevolata (rottamazione-quater). Viene sottolineato che possono quindi presentare istanza anche tutti coloro che, per qualsiasi motivo, non sono riusciti a pagare entro i termini le rate della rottamazione-ter per l’anno 2022, compresi pertanto coloro che, nei primi giorni di dicembre, hanno riscontrato malfunzionamenti dei servizi telematici di pagamento a causa dall’elevato numero di accessi.

Quando si avrà conferma della domanda?

Dopo aver confermato l’invio della richiesta il contribuente riceverà una prima mail all’indirizzo indicato, con un link da convalidare entro le successive 72 ore. Decorso tale termine, il link non sarà più valido e la richiesta sarà automaticamente annullata. A seguito della convalida della richiesta, il sistema invierà una seconda mail di presa in carico della domanda, con il numero identificativo della pratica e il riepilogo dei dati inseriti. Infine, se la documentazione allegata è corretta, verrà inviata una ulteriore mail con allegata la ricevuta di presentazione della domanda di adesione. Con le stesse modalità, il contribuente può presentare in tempi diversi, ma sempre entro il 30 aprile 2023, anche ulteriori dichiarazioni di adesione: se riferite ad altri carichi, saranno considerate integrative della precedente, mentre se riferite agli stessi carichi già inseriti nella domanda presentata, saranno considerate sostitutive della precedente.

Quando e quanto si dovrà pagare?

Sarà possibile pagare in un’unica soluzione o in un massimo di 18 rate in 5 anni, con aggiunta del tasso di interesse del 2 per cento annuale, con le prime due rate in scadenza il 31 luglio 23 e 30 novembre 23 pari al 10 per cento ognuna dell'importo rottamato e le rimanenti rate in scadenza il 28 febbraio, 31 maggio, 3 luglio e 30 novembre di ogni anno a decorrere dal 2024 e fino a concorrenza delle 16 rate residue. A coloro che presenteranno la richiesta di rottamazione, l’Agenzia delle entrate-Riscossione invierà entro il 30 giugno 2023 la comunicazione con l’esito della domanda, l’ammontare delle somme dovute ai fini della definizione e i bollettini di pagamento in base al piano di rate scelto in fase di adesione. Quindi, il legislatore non può non tener conto dell’articolo 2 della Carta costituzionale, che impone i doveri inderogabili di solidarietà e quindi l’onere di far rispettare il principio dell’obbligo della contribuzione fiscale.

L’articolo 53 della Costituzione italiana che statuisce al primo comma Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” e aggiunge al secondo comma “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”, costituisce la disposizione centrale del principio costituzionale della fiscalità, finalizzata all’imposizione di tributi, in modo redistributivo e proporzionale ai redditi.

La suddetta funzione contributiva è assolutamente insopprimibile per la tenuta sociale e democratica dell’ordine costituito, essa È tanto necessaria alla vita e alla prosperità della nazione, quanto l’aria alla vita dell’uomo” (Corte Suprema degli Stati Uniti d’America).

Detto ciò, va precisato che la suddetta imposizione contributiva deve comunque rispondere a criteri di giustizia distributiva ed uguaglianza del carico tributario in riferimento alla capacità contributiva, alla progressività dell’imposizione e al principio dell’antielusività.

Se il potere impositivo è di competenza del Parlamento e degli enti pubblici locali, i quali esercitano tale funzione rispettando i principi enunciati negli articoli 23 e 53 della Costituzione e quindi i principi costituzionali di equità e solidarietà sociale, la determinazione concreta dell’entità dei tributi è di competenza del governo.

Invero, l’esecutivo, in base alla sua visione politica e alle necessità di bilancio, declina la pressione fiscale secondo un adeguato bilanciamento con la diversità della capacità contributiva di ciascun italiano ed è proprio in ragione dei principi di equità e di uguaglianza che l’attuale governo ha avuto il merito di dimostrare questa sua sensibilità sociale, legiferando il provvedimento della rottamazione quater fiscale, rispettoso dello stato di indigenza che molti italiani stanno vivendo ed escludendo qualsiasi tipo di classismo economico a scapito del mondo delle imprese.

Questo provvedimento, sicuramente, non potrà essere risolutivo per il rilancio economico degli italiani in difficoltà, perché l’unico modo per riformare ab imis fundamentis il sistema produttivo è quello di implementare delle politiche economiche improntate sulla riduzione del cuneo fiscale, non trascurando, ovviamente, le necessità finanziarie, in modo tale da non scadere in populistiche promesse utopistiche.

Homo sum: nihil humani a me alienum puto” (da Heautontimoroumenos di Terenzio)

Aggiornato il 28 aprile 2023 alle ore 14:05