Arriva oggi al cinema il bel doc “Roberto Rossellini – Più di una vita”

Roberto Rossellini – Più di una vita rivela aspetti inediti della vita e dell’arte del cineasta. Il bel documentario firmato da Ilaria de Laurentiis, Andrea Paolo Massara, Raffaele Brunetti, vincitore del Premio del pubblico Terna alla 20ª Festa del cinema di Roma, racconta gli anni successivi al sodalizio con Ingrid Bergman. Il film, in sala oggi, domani e dopodomani, distribuito da Fandango, analizza gli ultimi vent’anni anni del regista, attraverso un racconto appassionato. L’8 dicembre 1956 Rossellini fa testamento. “Ho deciso di partire e di non tornare. Non voglio più fare un film. Il cinema, così com’è, non mi interessa”. Il maestro del Neorealismo che ha firmato pietre miliari come Roma città aperta (1945), Paisà (1946) e Germania anno zero (1948), sta attraversando una crisi profonda. Stromboli (Terra di Dio, 1950), Europa ‘51 (1952), Viaggio in Italia (1954), i film che ha girato con Ingrid Bergman, non hanno ottenuto il successo sperato. La critica li stronca e il pubblico li ignora. Così mentre l’attrice svedese riprende la sua carriera ad Hollywood e vince il secondo Oscar per Anastasia di Anatole Litvak, il regista parte per l’India invitato dal Primo ministro Jawaharlal Nehru per realizzare un documentario sui progressi del suo Paese. Per lui è un salto nel vuoto ma anche una bellissima sfida. I fatti mostrati in questo documentario iniziano proprio da qui e arrivano al 1977, anno della morte del cineasta.

“Papà – ha detto Isabella Rossellini – diceva sempre: non c’è nulla di peggio dei rosselliniani. Il fatto è che non voleva essere un monumento, ma poi quando ha scoperto che avevo visto i suoi film di nascosto si è commosso”. Il film è costruito interamente da materiali in gran parte inediti provenienti da archivi internazionali, tra cui molte interviste della televisione francese, immagini di famiglia, spezzoni di film e lettere private. Il film procede su due binari: da un lato le tracce pubbliche che ricostruiscono l’importanza dell’autore nella storia del cinema mondiale; dall’altro un tessuto di voci fuori campo – tratte da scritti originali – che ne rivelano l’aspetto intimo e la rivoluzionaria visione artistica. Sul fronte delle voci: Sergio Castellitto è Roberto Rossellini, Kasia Smutniak è Ingrid Bergman, Isabella Rossellini interpreta sé stessa, così pure Tinto Brass e Silvia D’Amico. La voce di Renzo Rossellini, figlio di Roberto, è invece di Vinicio Marchioni e quella di Aldo Tonti, suo direttore della fotografia, è di Pierluigi Gigante. “Sono davvero riconoscente – ha detto Isabella Rossellini – per il fatto che la voce, il messaggio di mio padre sono stati ritrovati in questo documentario. Papà ci raccontava sempre cos’era il cinema e quanto odiava essere chiamato artista. Spesso si parla dei miei genitori e del loro successo, ma non riesco mai veramente a catturare la loro la verità”. L’attrice ha visto separarsi i suoi genitori a soli cinque anni. “Anche i film di mia madre li ho visti solo tardi e questo grazie a una trasmissione Rai di Gianluigi Rondi che propose una sua retrospettiva. Il problema era che avevo solo dodici anni e dovevo andare a letto presto, ma per fortuna fu fatta un’eccezione per farmeli vedere”.

Aggiornato il 03 novembre 2025 alle ore 16:49