“Voi credete agli angeli?”. Si apre così il reading test su Francesca Cabrini scritto e interpretato da Isabel Russinova, per la regia di Rodolfo Martinelli Carraresi. Col titolo Francesca di Dio, l’anteprima è andata in scena mercoledì 11 dicembre alla Casa internazionale delle donne di Roma, nell’ambito della settima edizione di Almas, la rassegna per valorizzare le mecenate della storia attraverso drammaturgie originali. L’originalità della Russinova sta in particolare “nell’angelo” che discende per raccontare la “patrona dei migranti”. Il punto di osservazione fa alitare il test di leggerezza, aurea e forma. Francesca Saverio (in onore del missionario San Francesco Saverio) Cabrini è stata la prima cittadina statunitense a essere proclamata santa, nel 1946. Nata a Sant’Angelo Lodigiano nel luglio 1850, penultima di undici figli, diplomata maestra elementare, fondò a Codogno la Congregazione delle missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Papa Leone XIII la inviò a evangelizzare le Americhe e Francesca, minuta, fragile, dalla salute malferma, si batté per la dignità e la difesa dei nostri connazionali.
Isabel Russinova, artista triestina di madre bulgara e padre istriano impegnata nei diritti, rivela le qualità trascendenti che sorressero questo capolavoro di carità e amore. “A lei è stato concesso il dono di intendere la fede”, recita l’attrice. “Quanto è meraviglioso Dio nelle sue opere”. L’affidamento, la fiducia, il miracolo. Le imprese di Francesca Cabrini sono ciclopiche. Evangelizzò tribù che non erano mai entrate in contatto coi bianchi, operò in sette Paesi con ottanta istituti, fece costruire asili, scuole, convitti, orfanotrofi, case di riposo e ospedali a New York e Chicago. Fu coraggiosamente dalla parte delle donne. Ai ricchi e potenti che affidavano le giovani frutto di relazioni occasionali o con schiave e prostitute, diceva: “Non ci si libera di un essere umano dandolo in balia alle suore per lavarsi la coscienza!”. Francesca aveva un metodo: “Se confidassi solo in me potrei cadere”, recita la Russinova accompagnata dalla chitarra del giovane Gabriele Muolo. Ed espande la concezione dell’intervento trascendente: “Egli non dorme mai sopra i nostri mali, si prende cura di noi. E so che con il Tuo intervento riuscirò a fare cose grandi”.
Suor Francesca percorse 43mila miglia di mare, 28 traversate atlantiche, all’ultimo non salì sul Titanic, 16mila di terra con l’attraversamento delle Ande per arrivare a Buenos Aires, è considerata il punto di riferimento del moderno servizio sociale in prima linea nel difendere gli italiani laceri, malnutriti e senza casa. Quando nel 1890 a New Orleans il capo della polizia locale fu assassinato da ignoti e la colpa ricadde, senza alcuna prova, sui nostri connazionali, la santa insorse: “Gli italiani sono stati diffamati, al punto che la folla, aizzata da chi ne voleva l’espulsione, ne ha linciati a dozzine”. “Io so che Tu non mi abbandonerai mai”, intona la voce dell’artista. Il testo e l’interpretazione sono un’immersione nella grazia, un efficace tutorial sui prodigi della fede: “Il male è contagioso”, avverte l’angelo. “Il maligno escogita”. Il reading test fa parte di un progetto multidisciplinare e sarà portato in tour dalla Russinova, che ha ricevuto al Roma Videoclip delle Officine Pasolini un premio per il testo e la regia di From Pasha With Love, progetto visivo del nuovo singolo di Gazebo, contro le guerre. E ora contro le paure del nostro tempo cita: “Io so che le nostre paure sono giocattoli nelle Tue mani”.
Aggiornato il 13 dicembre 2024 alle ore 13:15