Ennesimo esempio di un fisco ignobile

Roba da non credere. A rileggere l’altro giorno la notizia sui giornali il senso del disgusto per la vicenda veniva quasi naturale, spontaneo. Come spontanea era la voglia di non credere a ciò che si stava leggendo. I fatti. Nel 1989 la 19enne Monia Del Pero scomparve dalla propria abitazione di Offlaga (comune della bassa bresciana) ed il suo cadavere venne rinvenuto tre giorni dopo in un canale.

Le indagini portarono all’arresto dell’ex fidanzato della ragazza che venne condannato a undici anni di carcere con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere. In realtà l’assassino, grazie ai benefici di legge, di carcere ha scontato circa sei anni. Dell’uccisione di Monia si riparla oggi perché, a quasi ventitre anni dall’omicidio, il fisco ha avuto la faccia di chiedere ai genitori della giovane i soldi per le spese processuali.

L’importo, come noto ai più, dovrebbe essere a carico al condannato ma, nella fattispecie, questo non è successo e lo stato non ha trovato nulla di meglio che chiedere quei soldi ai genitori dell’uccisa trasformandoli in due volte vittime. E la somma richiesta non è poi così irrisoria: ai coniugi Del Pero vengono richiesti circa ottomila euro dell’imposta di registro di quella sentenza che condannò l’assassino della loro figliola.

Un importo rilevante il cui valore si moltiplica (e pesa) all’infinito se si considera la situazione nel suo complesso. D’altronde il fisco fa un ragionamento assai semplice: “Considerando che io stato non sono riuscito ad incassare l’importo da chi era destinato a versarlo, intanto paga tu e poi ti rivali sulla persona giudicata colpevole”. La quale, aggiungiamo noi, se non ha rispettato la legge con lo Stato, men che mai lo farà con il privato.

Quest’ultimo, dal canto suo, dovrebbe prima pagare di tasca propria la somma reclamata e poi rivalersi, anche tramite gli organi preposti dello stesso stato (tribunali, ufficiali giudiziari, ecc.) verso chi la stessa avrebbe dovuto versare. E allora, anche in questo caso come in innumerevoli altri ancora, la domanda da porsi è purtroppo sempre la medesima: è mai possibile sapere di avere a che fare con un siffatto stato (ed il suo fisco)?

Aggiornato il 01 aprile 2017 alle ore 18:17