Galatech: un’altra azienda in crisi

Quello che proviene da Rieti è il classico esempio di solidarietà bipartisan di fronte alle drammatiche necessità evidenti di ventitré famiglie che, improvvisamente, si sono ritrovate senza fonte di sostentamento. Sono i nuclei familiari di altrettanti dipendenti della Galatech - azienda del nucleo industriale Rieti-Cittaducale - all’indomani della comunicazione della messa in liquidazione della società - controllata da Gala spa - e il conseguente licenziamento di tutti i lavoratori. La decisione è stata successivamente confermata dallo stesso amministratore delegato di Gala, Filippo Tortoriello, mandando così in fumo l’accordo che fu sottoscritto in sede governativa dalle parti sociali finalizzato al riassorbimento dei 155 lavoratori ex-Solsonica tra i quali i 23 di Galatech che da ottobre sono senza stipendio e lo saranno fino all’espletamento delle procedure di liquidazione: il tutto senza neppure alcuna forma di sostegno al reddito.

Intorno alla battaglia dei “magnifici 23” si sono raccolte praticamente tutte le Istituzioni coinvolte da due lettere aperte inviate dagli stessi lavoratori: dai deputati della circoscrizione, al Presidente della Regione Lazio, al Presidente della Provincia di Rieti, ai sindaci dei due Comuni interessati (Rieti e Cittaducale), finanche al Vescovo della diocesi sabina, Domenico Pompili. D’altronde quei “magnifici 23” hanno consentito in questi ultimi anni la sopravvivenza di un sito storico del nucleo industriale di Rieti-Cittaducale che, dal canto suo, sta vivendo una crisi che sembra purtroppo essere irreversibile.

Ma, come in ogni drammatica vicenda di questo tipo, anche nella storia di Galatech c’è l’aspetto paradossale. Infatti l’amministratore delegato della “capofila” Gala Spa è Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria Lazio con delega (ed è qui il paradosso) allo sviluppo del territorio. Di Tortoriello e dell’amministratore delegato della controllata GalaTech Randazzo si sono perse le tracce dal giorno in cui quest’ultimo ha incontrato i dipendenti per annunciare loro la messa in liquidazione dell’azienda e l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo. La latitanza dell’azienda ha fatto dubitare i lavoratori anche sulla regolarità dei versamenti degli ultimi mesi di contributi previdenziali e fiscali nonché di contributi e Tfr a previdenza complementare.

Ma chi è - lo diciamo in poche battute - Filippo Tortoriello? L’Ad di Gala, renziano di ferro, è nato a Baragiano (Potenza) nel 1952, laureato in Ingegneria Civile, è sposato con Patrizia De Rose, funzionaria di Palazzo Chigi. In base al sito borsa italiana.it, Tortoriello è presidente e Ad di Gala possedendo 9.800.000 azioni; la vice presidente della società è Fiorenza Allegretti (con 4.200.000 azioni) e poi c’è anche un noto commercialista romano, Adolfo Leonardi, che di azioni ne possiede 20.000. È bene precisare che i dati riportati dal sito borsistico sono relativi al 2014 e che Leonardi è stato consigliere di Gala Spa fino allo scorso 6 novembre.

Di Gala spa ne hanno scritto anche altri colleghi, come ad esempio Eugenio Occorsio che sulle pagine economiche de “la Repubblica” del 9 maggio del 2016 riportava alcune dichiarazioni di Tortoriello. Testualmente: “L’ultima nata della famiglia Gala è la divisione manifattura, sempre concentrata sull’energia”: “Abbiamo anche realizzato alcuni impianti fotovoltaici ma soprattutto abbiamo gettato le basi per un nuovo distretto produttivo nella provincia di Rieti rilevando la Solsonica, produttrice di pannelli solari, e la Proxima che realizza batterie al redox-vanadio per l’accumulo di energia, il futuro per una gestione ottimizzata delle fonti rinnovabili”. Il tutto in un’ottica di sempre maggiore integrazione fra le varie attività del gruppo: “Siamo oggi in grado di offrire tutto ciò che serve per usufruire nel modo migliore dell’energia, dalla fornitura alla consulenza fino alla produzione, in un’ottica di forte sostenibilità ambientale”.

Stefano Sansonetti, invece, ha dedicato a Gala ed al suo Ad due articoli su LaNotiziaGiornale dei quali riportiamo soltanto i titoli che, da soli, a nostro giudizio, spiegano tutto. Il primo è del 21 gennaio 2016: “Norma ad aziendam. Un emendamento della deputata del Pd, cugina di Renzi, ha fatto brindare un fornitore di energia allo Stato, la Gala spa. Che è guidata dal marito di un’alta funzionaria di Palazzo Chigi”. Il secondo è del 2 marzo 2017: “L’affare dei bandi Consip. Una cuccagna di appalti che premia sempre i soliti noi: da Gala per l’energia a Kuwait Petroleum per la benzina”.

E intanto, a Rieti, i “magnifici 23” e le loro famiglie (oltre a quelle degli altri ex Solsonica attualmente in mobilità) sono in attesa di notizie relative al loro futuro e a quello dei loro familiari.

Aggiornato il 28 novembre 2017 alle ore 09:20