Italia: gli azzurri vogliono vincere ancora

I calcoli stanno a zero. Gli Azzurri vogliono giocare i Mondiali di calcio del 2026. Saltati gli ultimi due appuntamenti in Russia e in Qatar, la Nazionale italiana vuole spezzare il tabù e staccare il pass per il prossimo torneo. Con diverse defezioni dellultima ora, il commissario tecnico Gennaro Gattuso ha deciso di ampliare il gruppo, convocando per il raduno pre-qualificazioni il centrocampista della Fiorentina Hans Nicolussi Caviglia, l’attaccante viola Roberto Piccoli e l’esterno offensivo del Bologna, Nicolò Cambiaghi. Per tutti e tre, si tratta della prima chiamata in maglia azzurra: un riconoscimento che rappresenta al tempo stesso un onore e una grande responsabilità. Per Cambiaghi, il legame con la Nazionale risale all’infanzia. “La mia famiglia è sempre stata una grande tifosa della Nazionale, riuscì a trovare i biglietti per quella Finale, ogni tanto rivedo la foto insieme a mio padre, quella fu una delle mie prime partite viste dal vivo”, ha raccontato ricordando la serata di Berlino nel 2006, quando, a soli sei anni, assistette insieme al padre alla vittoria mondiale dell’Italia contro la Francia.

In conferenza stampa da Coverciano, Gattuso ha spiegato i criteri delle sue scelte e lo stato danimo del gruppo: “Le scelte sono state fatte perché la prima partita giocheremo in un modo e la seconda in un altro. Dispiace per i giocatori infortunati, ma chi è arrivato ci darà una mano”. Il commissario tecnico ha sottolineato come abbia trovato la squadra “molto meglio adesso che un mese fa”, aggiungendo di voler “mettere i ragazzi nelle condizioni migliori”, scegliendo “il modulo migliore per mettere i giocatori al posto giusto”. Sul fronte delle convocazioni future, il tecnico ha confermato l’interesse per alcuni profili emergenti: “Honest Ahanor e Nicolò Tresoldi? Li ho visti bene, parliamo da tempo di questi giocatori che possono vestire la maglia azzurra. Ne abbiamo parlato con il presidente Gabriele Gravina e Gianluigi Buffon. Sono giocatori importanti, vediamo se si può fare qualcosa”. Parole di attenzione anche per Federico Chiesa: “Ho una linea con tutti i giocatori, ci parlo tanto, li stresso tanto. Li ringrazio perché passo da rompiscatole. Con Fede ho parlato, sa cosa penso di lui, rispetto però cosa dice un giocatore. Non si sente al 100 per cento e ha delle piccole problematiche da migliorare”.

Gattuso ha poi richiamato il gruppo alla concentrazione, evitando distrazioni esterne: dobbiamo “pensare a fare il nostro. Il messaggio è lavorare con grande concentrazione e non farsi prendere da tutto quello che viene da fuori, dove non si respira una bella aria. Poi vedremo se dovremo fare i play off. Adesso pensiamo alla partita con l’Estonia, ci sarà da battagliare”. Più delicata la sfida con Israele, in programma martedì a Udine. “Con Israele dobbiamo giocare ma non sarà ambiente sereno”, ha osservato il ct, richiamando i suoi alla prudenza: dobbiamo “annusare il pericolo, questo è l’aspetto che dobbiamo migliorare più di tutti gli altri. Andremo a Udine e sappiamo che ci sarà pochissima gente: lo capisco, capisco la preoccupazione. Sappiamo che dobbiamo giocarla altrimenti perdiamo 3-0. Ci saranno 10mila persone fuori lo stadio e 5-6 mila dentro. Avremmo preferito un clima come quello vissuto a Bergamo un mese fa”.

Dal primo allenamento a Coverciano di lunedì, in vista delle due gare decisive contro Estonia e Israele, l’Italia sta faticando in campo e fuori. Il gruppo, al completo, sta seguendo sedute articolate, che iniziano con il riscaldamento atletico e proseguono con esercizi tecnico-tattici, torelli e partitelle a ranghi misti. Gattuso, molto energico a bordo campo, sta spronando continuamente i giocatori, chiedendo intensità, precisione e rapidità nelle conclusioni. Nessuna anticipazione sulla formazione titolare, ma un chiaro segnale sull’approccio richiesto: determinazione, ordine e spirito di squadra. Il programma aveva previsto ieri un’unica seduta di allenamento al Centro tecnico federale, prima della partenza per Tallinn, dove gli azzurri cercheranno di avvicinare un obiettivo che manca da troppo tempo: il ritorno ai Mondiali.

Aggiornato il 10 ottobre 2025 alle ore 13:36