"Con un poco di zucchero e la pillola va giù", "cam-caminì spazzacamin" e l’indimenticabile supercalifragilistichespiralidoso.
Quando si pensa a Mary Poppins, film per l’infanzia tra i più famosi e visti della storia, le parole che vengono in mente sono queste; lo può confermare chiunque lo abbia visto almeno una volta (e, per chi ha o ha avuto figli piccoli, vederlo una volta sola è praticamente impossibile). E invece no.
Nascoste tra le pieghe di una sempreverde storia, divertente, ma non priva di significato (il rapporto tra un papà assorbito dal lavoro, una mamma impegnata in attività sociali e i ragazzi affidati alla tata di turno), gli occhiuti e orecchiuti ispettori della Buon costume moderna hanno individuato ben due ricorrenze di una parola che definire abominevole è poco: ottentotti. Bravi, non c’è che dire.
Chi scrive deve confessare di non essersi mai accorto di una siffatta occorrenza, di non aver mai dato alcun peso a questo orrendo termine, che, a dire il vero e per fortuna, era passato totalmente inosservato anche ai piccoli spettatori, in tutte le innumerevoli visioni del film.
Meno male che ci sono loro, i coccodrilli politicamente corretti. Simpatici e opportuni, proprio come quel simpatico commensale che corruccia gli occhi, guarda la tua camicia immacolata e, puntando un minuscolo puntino rosso accanto al terzo bottone, ti dice: “Hai visto quella macchiolina di sugo?”. Eccolo là, grazie mille, ma mi hai rovinato il pasto, perché passerò tutto il tempo a cercare di coprire il misfatto. Ma loro sono coccodrilli e azzannano quello che trovano, senza pietà.
Così, ora anche Mary Poppins, sì proprio Mary Poppins, può vantare il record di essere assimilato a uno di quei film semi-pornografici o ad alto tasso di violenza o di volgarità, contrassegnati dall’avvertenza “non adatto ai minori non accompagnati”.
No, anzi, scusate, non è così; Mary Poppins è peggio, è un vero e proprio spettacolo a luci rosse. Perché, quando i fanciulli o gli adolescenti guardano, con attenzione prossima all’adorazione emulante, serie tv o film o video anche musicali su YouTube, Tik Tok, in cui sinistri figuri maneggiano armi o altri oggetti letali, incluse le proprie mani, e uccidono, mutilano, feriscono, a destra e a manca decine o centinaia di persone, tra scene di sesso violento, fiotti di sangue e parole irriferibili pronunciate in ogni dialetto possibile, i coccodrilli diventano struzzi, e nascondono la testa sotto la sabbia. Diventano struzzodrilli, perché poi ci ammorbano di pianti ipocriti se la violenza mostrata sugli schermi grandi e piccoli travasa nella vita reale, e il sangue che scorre non è più finzione, ma tragica realtà.
Chi insegna nelle nostre scuole e legge i temi dei nostri giovani constata ogni giorno, con grande sgomento, che il vocabolario dei ragazzi è sempre più scarno e la terminologia sempre più infima.
Tanto che la povera parola “ottentotti” si è dovuta rivolgere ai censori della Buon costume mondiale per farsi vedere almeno una volta, prima di scomparire per sempre, soffocata dal gergo del criminalmente corretto.
Aggiornato il 29 febbraio 2024 alle ore 12:15