Ottentotti e struzzodrilli, ovvero Mary Poppins a luci rosse

giovedì 29 febbraio 2024


"Con un poco di zucchero e la pillola va giù", "cam-caminì spazzacamin" e l’indimenticabile supercalifragilistichespiralidoso.

Quando si pensa a Mary Poppins, film per l’infanzia tra i più famosi e visti della storia, le parole che vengono in mente sono queste; lo può confermare chiunque lo abbia visto almeno una volta (e, per chi ha o ha avuto figli piccoli, vederlo una volta sola è praticamente impossibile). E invece no.

Nascoste tra le pieghe di una sempreverde storia, divertente, ma non priva di significato (il rapporto tra un papà assorbito dal lavoro, una mamma impegnata in attività sociali e i ragazzi affidati alla tata di turno), gli occhiuti e orecchiuti ispettori della Buon costume moderna hanno individuato ben due ricorrenze di una parola che definire abominevole è poco: ottentotti. Bravi, non c’è che dire.

Chi scrive deve confessare di non essersi mai accorto di una siffatta occorrenza, di non aver mai dato alcun peso a questo orrendo termine, che, a dire il vero e per fortuna, era passato totalmente inosservato anche ai piccoli spettatori, in tutte le innumerevoli visioni del film.

Meno male che ci sono loro, i coccodrilli politicamente corretti. Simpatici e opportuni, proprio come quel simpatico commensale che corruccia gli occhi, guarda la tua camicia immacolata e, puntando un minuscolo puntino rosso accanto al terzo bottone, ti dice: “Hai visto quella macchiolina di sugo?”. Eccolo là, grazie mille, ma mi hai rovinato il pasto, perché passerò tutto il tempo a cercare di coprire il misfatto. Ma loro sono coccodrilli e azzannano quello che trovano, senza pietà.

Così, ora anche Mary Poppins, sì proprio Mary Poppins, può vantare il record di essere assimilato a uno di quei film semi-pornografici o ad alto tasso di violenza o di volgarità, contrassegnati dall’avvertenza “non adatto ai minori non accompagnati”.

No, anzi, scusate, non è così; Mary Poppins è peggio, è un vero e proprio spettacolo a luci rosse. Perché, quando i fanciulli o gli adolescenti guardano, con attenzione prossima all’adorazione emulante, serie tv o film o video anche musicali su YouTube, Tik Tok, in cui sinistri figuri maneggiano armi o altri oggetti letali, incluse le proprie mani, e uccidono, mutilano, feriscono, a destra e a manca decine o centinaia di persone, tra scene di sesso violento, fiotti di sangue e parole irriferibili pronunciate in ogni dialetto possibile, i coccodrilli diventano struzzi, e nascondono la testa sotto la sabbia. Diventano struzzodrilli, perché poi ci ammorbano di pianti ipocriti se la violenza mostrata sugli schermi grandi e piccoli travasa nella vita reale, e il sangue che scorre non è più finzione, ma tragica realtà.

Chi insegna nelle nostre scuole e legge i temi dei nostri giovani constata ogni giorno, con grande sgomento, che il vocabolario dei ragazzi è sempre più scarno e la terminologia sempre più infima.

Tanto che la povera parola “ottentotti” si è dovuta rivolgere ai censori della Buon costume mondiale per farsi vedere almeno una volta, prima di scomparire per sempre, soffocata dal gergo del criminalmente corretto.


di Renato Siniscalchi e Giancarlo Falleti