Nella storia dell’umanità quante volte abbiamo constatato che sedicenti soloni o improvvisati profeti del malaugurio proferivano previsioni terrificanti sulla fine del mondo, magari celandosi dietro surreali e quindi infondati, dati scientifici, fatti passare per dogmi indiscutibili.
Nessuno può aver dimenticato quanto si disse nel 1999 prima che arrivasse l’anno 2000, ossia che ci sarebbero stati nella migliore delle ipotesi degli sconvolgimenti informatici, se non addirittura un vero e proprio cataclisma che avrebbe colpito tutta l’umanità. La storia si reitera continuamente, sicuramente in forma diversa, ma si ripete comunque, a conferma di quanto affermava il sagace letterato Niccolò Macchiavelli con la sua massima “Historia magistra vitae”. In questo periodo storico, a noi contemporaneo, vige la litania dogmatica del “cambiamento climatico”, con tutte le previsioni distruttive e catastrofiche che ne derivano e della denuncia del suo ipotetico colpevole, ossia l’uomo. Nella fattispecie in esame, si cerca di diffondere in modo assillante la sedicente emergenza di velocizzare la transizione ecologica per evitare la catastrofe climatica.
Pertanto, vediamo programmi televisivi e diversi pennivendoli improvvisarsi scienziati del clima, allarmare la società su quanto manca all’ipotetico punto di non ritorno per la salvezza del clima e quindi dell’umanità. Un aspetto tanto sconcertante quanto inquietante consiste nel fatto che vediamo trasformarsi i media in un’assillante macchina da guerra, portatrice, in modo omologante e conformistico, di un pensiero unico, nonché inconfutabile, presentato come verità assoluta. Invero, rivediamo usare quell’intollerante modus agendi di delegittimare chiunque provi a sostenere il contrario (con dati scientifici), ossia che l’uomo non influisce sul cambiamento climatico.
A tal proposito, vediamo che lo scienziato Antonino Zichichi viene screditato dalla violenza mediatica conformistica come uno studioso inattendibile, perché non è uno scienziato specializzato nello studio del clima, mentre chi è uno scienziato specificamente del clima che confuta il suddetto catastrofismo, come ad esempio Franco Prodi, viene apostrofato come un egocentrico megalomane.
Anche i 500 scienziati che nel 2016 scrissero una petizione al governo Renzi affinché venisse informato che il cambiamento climatico non è causato dall’uomo e che nella storia c’è sempre stato, sono caduti nell’oblio della comunicazione. Difatti, nessuno, ripeto nessuno, ha mai dato risalto a quanto affermato nella suddetta lettera. In sostanza, rivediamo quella stessa “propaganda” delegittimante vista durante la pandemia del Covid-19 nei confronti di coloro, come lo scienziato premio Nobel Luc Antoine Montagnier (tacciato come oramai “inebetito”), che sostenevano, basandosi su studi scientifici, la potenziale pericolosità dei farmaci a mRna, chiamati impropriamente vaccini anti Covid-19.
In riferimento al catastrofismo climatico risulta estremamente utile, per dipanare ogni dubbio al riguardo, riportare il risultato degli studi sul cambiamento climatico nella storia, condotti dal professore di Fisica alla York University di Toronto, William Van Wijngaarden.
Il succitato professore annovera nel suo curriculum professionale pure la presidenza del Consiglio della Facoltà di Scienze e Ingegneria della York University di Toronto. Egli ha svolto diverse ricerche scientifiche sulla fisica del clima negli ultimi 20 anni e da quanto si evince dalla stampa nostrana e non solo, sembrerebbe tutto ciò non essere abbastanza degno per essere ascoltato e preso in seria considerazione, almeno quanto la onnisciente del cambiamento climatico Greta Thunberg.
Nello specifico, in risposta a quanto affermato dal presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Maria Garcés, nel 2019, ovvero che “restano solo 11 anni per scongiurare un cambiamento climatico catastrofico”, in quanto “siamo l’ultima generazione che può evitare danni irreparabili al nostro pianeta” (come riportato nell’edizione del 6 settembre del giornale La Verità), il professor Van Wijngaarden ha asserito che queste “Sono affermazioni sorprendenti. I dati registrati a partire dal 1880 mostrano un riscaldamento complessivo di circa 1 grado centigrado, ma suggerire che queste che questo implichi un cambiamento climatico catastrofico non ha alcuna giustificazione [...] La frequenza di eventi estremi come uragani o tornado non è aumentata negli ultimi decenni”.
Da quanto finora esposto sembra emergere la conferma di ciò che hanno già affermato diversi scienziati, tra cui come ho già riportato lo stesso scienziato nostrano Antonino Zichichi.
Tutto ciò però, ahimè, non basta per arginare il fiume in piena di false notizie e faziose asserzioni ideologiche che volente o nolente fanno gli interessi di certe multinazionali propense ad arricchirsi con questa speculazione terrorizzante sul cambiamento climatico. Difatti più che di fronte ad un interesse a realizzare una transizione ecologica, sembra di essere di fronte ad una vera e propria intenzione di compiere celermente una transizione tecnologica, in cui l’elettrico fa da padrone, non considerando che non esiste nulla di più inquinante e quindi difficile da smaltire, della batteria elettrica.
Perciò, anche da questa contingenza storica si evince quanto l’essere umano continui a farsi condizionare da un’informazione conformista, omologata ed omologante, quanto l’uomo medio dimostri il disinteresse o forse l’incapacità di andare oltre la notizia recepita, cercando di approfondirla e di scoprirne gli antefatti storici, rimanendo di conseguenza irretito in quella psicologia di irrazionalità emotiva collettiva che Gustave Le Bon enucleò in modo esemplare nella sua opera “Psicologia delle folle”.
In sostanza, come afferma il professor Francesco Bonanni (già docente di Storia del Pensiero economico, presso il dipartimento di Economia della Facoltà di Scienze politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma), la maggioranza dell’umanità rimane vittima della cosiddetta “Malefica triade” declinata su tre aspetti, la malafede politica (ossia la sudditanza opportunistica dei nostri politici per fini personali a politiche irrazionali, imposte da certe multinazionali e non avallate da attendibili dati scientifici), l’ignoranza storica (ossia la non conoscenza della storia da parte della maggioranza della popolazione, se non per aspetti nozionistici scolastici e superficiali, che molto spesso corrispondono a luoghi comuni faziosi), la quale impedisce di tener conto di ciò che storici affermati denunciano nei loro libri e ricerche, come ha fatto il documentato e competente storico Franco Cardini che nelle sue opere afferma che una delle cause fondamentali della rinascita economica dei primi anni del secondo millennio fu proprio il cambiamento climatico verso una temperatura più calda di quella dei secoli precedenti.
Dulcis in fundo, vi è la stupidità ideologica (ossia quella forma mentis improntata sulla ottusa tendenza ad imporre un’idea alla realtà, anche quando essa la smentisce scientificamente).
Forse, proprio la stupidità ideologica è l’aspetto più pernicioso, nonché pericoloso, la quale come determinò il periodo buio e assai violento degli anni settanta del secolo scorso, denominato “anni di piombo” e causato dal terrorismo di matrice soprattutto marxista, oggi potrebbe innescare una nuova declinazione di terrorismo, ma stavolta di impronta pseudo ecologica. Ciò è quello che si deduce dalla degenerazione del movimento che si considera ecologico e denominato “ultima generazione”, il quale sta manifestando tutta la sua potenziale violenza con i recenti e aberranti proclami belligeranti contro lo Stato che non aderisce alle sue dogmatiche ed ideologiche assurde soluzioni per frenare il cambiamento climatico.
Aggiornato il 23 settembre 2023 alle ore 17:45