La Cura Ri-Costituente

Partendo da questa lettera, il colonnello Carlo Calcagni vittima del dovere a causa della contaminazione per esposizione all’uranio impoverito e oggi membro dellOna (Osservatorio Nazionale Amianto), racconta a La Cura Ri-Costituente cosa ha vissuto e cosa sta subendo a causa delle responsabilità delle Istituzioni alle quali si rivolge direttamente con la seguente lettera. 

Onorevole Presidente del Consiglio, Egregio Signor Ministro della Difesa,

chi scrive è un umile servitore della Patria, che ha onorato con le sue gesta il Tricolore ed ha obbedito, rispondendo “Signorsì” agli ordini superiori ricevuti, nell’addestramento, come nelle numerose missioni nazionali ed internazionali in cui è stato impiegato. Ho dato lustro all’Italia intera, in contesto internazionale, ma non ho ricevuto, mai, la medaglia al valore meritata sul campo, nemmeno una medaglia di cartone riciclato.

Sono un soldato, che ha pagato sulla sua pelle molto caro il prezzo per aver agito in nome del senso del dovere civile e militare, del valore della responsabilità da onorare, sempre e comunque, della difesa strenua della Pace per l’affermazione dei diritti costituzionalmente garantiti. Sono un uomo, un padre di famiglia, un figlio, che si è visto privare, nel fiore degli anni, della prospettiva di una brillante carriera e di tutto ciò che il futuro poteva riservargli: onori, riconoscimenti, encomi. Sono un sognatore, che, nonostante tutto e tutti, non si è arreso e non si arrende, ma con tenacia e determinazione continua a credere nell’alto valore delle Istituzioni, della Patria, del Tricolore.

Sono una vittima del dovere, uno di tanti che, nell’adempimento delle missioni operative assegnate, hanno riportato lesioni più o meno invalidanti. Sono più fortunato di tanti altri miei colleghi, che non ci sono più. Io coraggiosamente ogni giorno, da lunghissimi 21 anni, combatto contro le conseguenze fisiche e psicologiche, che la massiccia contaminazione da metalli pesanti, generati dal munizionamento con uranio impoverito, ha prodotto nel mio corpo.
Sono un corpo fatto a brandelli, martoriato dalle innumerevoli patologie da cui è affetto.

Sono “mutilato” per servizio, con un corpo dilaniato nell’animo dai fantasmi del passato, dai “traumi” fisici e psicologici, dalle ossessioni di ciò che i miei occhi hanno visto e sopportato e che la mia mente vorrebbe cancellare e non può, con un cuore frantumato perché la mia invalidità permanente del 100 per cento, accertata, verificata e riconosciuta dipendente da causa e fatti di servizio riferiti alla missione internazionale di pace della Nato e sotto l’egida delle Nazioni Unite, nei Balcani, non è considerata, dalle Superiori Autorità, di “natura traumatica” e, dopo 11 anni di richiamo in servizio nel Ruolo d‘Onore, il Ministero della Difesa mi ha revocato il richiamo in servizio.

Mi è stata, persino, preclusa la possibilità di vestire ancora l’uniforme. Sono una persona che soffre, di dolori indescrivibili, insieme alla sua famiglia, che assiste inerme da tanto, troppo tempo, impotente, in silenzio. Cosa c’è di più assordante di un silenzio, quando l’indifferenza è l’unica risposta alle tante, mille domande che si affastellano nella mente? I miei giorni scorrono lenti, uguali nella loro monotonia delle cure, semplici palliativi per sopravvivere, per illudersi di esserci ancora, quando per lo Stato non esisti più. Ci sono giorni più difficili e complicati di altri, quando il coraggio di andare avanti sembra venir meno e la tentazione di abbandonarsi alla disperazione prende il sopravvento. Sono i giorni in cui, a fronte delle tante lodevoli manifestazioni per celebrare ricorrenze storicamente significative, le parole non sono quelle che uno vorrebbe ascoltare e, in alcuni casi, sembrano persino svuotate del senso vero e profondo che dovrebbero, invece, contenere.

Onorevole Presidente del Consiglio, Egregio Signor Ministro della Difesa, è vero, non dovrebbero esistere vittime di serie A e di serie B; eppure, nella realtà effettiva, esistono anche quelle di serie Z. Non ci sono classifiche, né per i morti, né per i vivi, ma esistono gli “esclusi”, quelli come il sottoscritto “escluso” perché “colpevole” di aver fatto il proprio dovere fino in fondo e, soprattutto, di essere “testimone” vivente e custode della vera verità. Ci sono i diritti, per tutti; altrimenti, per dirla come Gino Strada, si dovrebbero chiamare privilegi.

Onorevole Presidente del Consiglio, Egregio Signor Ministro della Difesa,

tutti noi abbiamo bisogno di testimoni credibili e Voi avete il dovere morale di esserlo. Non è tollerabile stilare classifiche, creare discriminazioni o, addirittura, divisioni intestine, aggravando così le già precarie condizioni psicologiche di chi ha sacrificato se stesso per il bene della Patria ed oggi si trova, suo malgrado, a doversi giustificare per ottenere un posto di primo piano nei riconoscimenti ufficiali. Non è una guerra, né può essere una guerriglia. Non può esserci una guerra tra poveri, alimentata proprio dalle alte sfere che, con l’esempio tangibile delle azioni concrete, dovrebbero promuovere e divulgare, per difendere e diffondere, il valore inestimabile della Pace.

Onorevole Presidente del Consiglio, Egregio Signor Ministro della Difesa, dimenticavo: sono Carlo Calcagni. Se il mio nome vi fosse del tutto sconosciuto, oserei chiedervi la gentilezza di dedicare un po’ del Vostro prezioso tempo per conoscere ciò che mi riguarda. Se così non fosse, invece, Vi pregherei di fare lo sforzo di ricordare.

Se è vero, come diceva Nelson Mandela che “un vincitore è soltanto un sognatore che non si è mai arreso”, allora io continuo a sognare ed a divulgare il mio “mai arrendersi”, che non è soltanto un motto, ma un vero e proprio stile di vita. Sogno un Paese più giusto, più rispettoso e più leale nei confronti di chi lo ha servito con onore, sempre e comunque. Aspetto, fiducioso, una risposta e la possibilità di conferire “personalmente” con Voi. La stessa che attendo da tempo immemorabile e che, da fedele servitore dello Stato, che crede nel potere delle Istituzioni, continuerò con fiducia e speranza ad attendere.

Con osservanza,

Carlo Calcagni
Colonnello R.O. Esercito Italiano

Aggiornato il 13 dicembre 2023 alle ore 08:31