Beatrice Venezi, donna creativa, nel senso più elevato del temine sia in senso artistico che in quello psichico. Un personaggio di risonanza mondiale per quelle doti musicali che la natura le ha donato, e che lei ha coltivato con dedizione, rigore e perseveranza. Artista nel senso rinchiuso nella radice del termine: ar, come artigiano, come aristocratico, come armonia. Lei è un direttore d’orchestra.
Laura Boldrini, funzionaria delle Nazioni Unite, portavoce dell’Alto Commissariato per i rifugiati, addetta stampa per la Fao, riconosciuta come una eccellente personaggia pubblica sempre dedita all’accoglienza, alla tutela dei migranti, fautrice dei porti aperti, impegnata nella modifica linguista dei generi e nella lotta incessante contro la prevaricazione del maschile. Lei è deputata al Parlamento.
Dal punto di vista psichico e, di conseguenza, sociale, le due differenze nel femminile sono sostanziali. La prima, in una struttura equilibrata e ordinata di personalità, ha saputo trarre il meglio da ciò che madre natura le ha offerto, in un percorso di studio disciplinato e senza dubbio faticoso, ma con quel talento che, unico, presiede alla libertà di interpretazione e di ideazione. La seconda, come tutti i funzionari, è l’esecutrice brava e giudiziosa di progetti altrui; impiegata efficiente e scrupolosa di disegni entro i quali deve soltanto verificarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi. Ed è in questo schema di intervento che si inseriscono le sue azioni contro la “o”, contro il genere maschile, contro tutto ciò che differisce e distingue.
Dal mio punto di vista professionale mi pongo delle domande. Da dove nasce il suo risentimento? Da quale anfratto dell’Ombra junghiana emergono questi segnali di intolleranza? Quali traumi recidono la presenza dell’animus maschile nella donna, corrispondente all’anima femminile nell’uomo, sempre per rimanere nell’ambito simbolico di Carl Gustav Jung? Se la misoginia – come è vero – manifesta un difficile rapporto del maschio con la propria componente inconscia femminile, anche la corrispondente misandria esprime qualche difficoltà di gestione della presenza maschile nell’inconscio femminile.
Peccato! Il direttore Venezi non si preoccupa di modificare lessici e dizionari: lei, con la bacchetta, tiene a bada gli orchestrali, aggiungendo personalità e carattere alla sua soggettiva creatività musicale. La deputata Boldrini, invece, in un incessante processo contro-fobico, è costretta dai suoi meccanismi ossessivi a impugnare l’evidenziatore, nella ricerca martellante di tutto ciò che può mettere in discussione la sua visione indifferenziata e androgina dell’essere umano. Portavoce di una invidia interiore? Incaricata di una vendetta recondita? Chissà. Una sola cosa è certa: che la serenità e l’equilibrio sono due dispositivi sconosciuti e reietti.
(*) Tratto da Almaghrebiya
Aggiornato il 08 marzo 2021 alle ore 11:32