Dettagli di comunicazione

In fatto di comunicazione i romani la sapevano lunga e non avevano bisogno di consulenti. Al contrario, oggi, aziende e artisti, uomini dello spettacolo e persino politici ricorrono a “specialisti” che indottrinano gli uni e gli altri sul modo di presentarsi, di scrivere e di parlare. Il tutto nella persuasione, solo in parte realistica, che la forma sostenga la sostanza, cioè che l’abito faccia il monaco. L’unico aspetto concretamente vantaggioso di una comunicazione costruita ad arte risiede nella notorietà che, ovviamente, i modi originali in cui uno si esprime o si presenta in pubblico, riesce quasi sempre a garantire. Uomini politici o sindacalisti ma anche giornalisti si sono succeduti negli ultimi decenni mostrando in ogni occasione la stessa pipa, gli stessi occhiali, le stesse bretelle e altri oggetti o abbigliamenti capaci di stamparsi nella memoria visiva dei telespettatori.  Si tratta di piccoli escamotage in accordo con il detto latino repetita iuvant che, in un’epoca come la nostra, ricca di possibilità di vedere e non solo di sentire o leggere, si estende all’immagine delle persone.

In realtà tutti noi, quando siamo di fronte a decisioni che sappiamo essere rilevanti come quelle che, di norma, riguardano la politica, ci facciamo persuadere da ben altri fattori, sia materiali sia ideali. Tuttavia la convinzione che ripetere gli stessi messaggi aiuti a conseguire il successo o a mantenerlo continua a dominare la scena delle comunicazioni di massa di chi fa politica. E in questo, tradizionalmente, le sinistre sono maestre da sempre con i loro slogan e le loro invettive insistenti e ripetute ad ogni occasione. Da un paio d’anni c’è però da registrare un comportamento comunicativo che viene da destra e che, francamente, trovo piuttosto irritante. Forse molti avranno notato che, nelle brevissime dichiarazioni dei rappresentanti dei vari partiti dispensate con il bilancino dai telegiornali, gli esponenti di Fratelli d’Italia riferiscono i successi o comunque le azioni del Governo adottando invariabilmente la formula “il Governo Meloni e Fratelli d’Italia” quasi che il partito di maggioranza fosse l’unico a guidare Palazzo Chigi e gli altri, Forza Italia, Lega e Noi moderati fossero altrove. Che questa formula sia stata suggerita da qualche maldestra agenzia di consulenza o che sia un’indicazione della stessa dirigenza del partito rimane il fatto che la sua adozione ricorrente è sgradevole per coloro che hanno votato per partiti della coalizione diversi da FdI, senza i quali, peraltro, il Governo Meloni non starebbe in piedi.

Sarebbe più corretto che i rappresentanti di FdI, parlando, citassero semplicemente “Il Governo e la maggioranza” e non solo se stessi. Non siamo di fronte ad un fatto di grande rilevanza politica, ben s’intende, anche perché è sufficientemente ingenuo e facilissimo da rilevare come molti altri, a destra quanto a sinistra. Vale però la pena di segnalarlo perché non è solo un dettaglio comunicativo ma una evidente questione di stile.

Aggiornato il 10 dicembre 2024 alle ore 10:12