Lupi e il progetto del Ppe italiano

Collocarsi. E da lì seminare, guardando al futuro. Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, spiega la sua ricetta sulla scorta dei risultati delle ultime Europee. Così, intervistato dal Corriere della Sera, osserva che sussiste “uno spazio sul quale possiamo lavorare nei prossimi tre anni che ci separano dalle Politiche. Non sciogliendo questo o quel partito in un altro, ma creando un nuovo soggetto politico che rappresenti il Ppe italiano”.

Nello specifico, Lupi parla di un soggetto che, in qualche modo, “possa essere di richiamo anche per altre forze che in queste elezioni europee si sono trovate senza una rappresentanza, perché divise, senza un progetto chiaro”. In quest’ultimo passaggio, peraltro, il riferimento a Carlo Calenda e Matteo Renzi non è puramente casuale.

L’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, tra l’altro, indica: “Dipenderà da quello che sceglieranno di fare. Perché una cosa è chiara. Anche con il sistema proporzionale, come ha detto Giorgia Meloni, il nostro Paese sta diventando sempre più bipolare, e se andrà in porto la riforma istituzionale lo sarà sempre più. E da noi, forti di un Governo che ha avuto un grande riconoscimento degli elettori come ci dicono i voti di lista di ciascuno – sottolinea – quel centro c’è già, con i suoi valori e la sua centralità”.

Specificato ciò, Lupi è convinto che non c’è spazio per “un terzo polo autonomo fatto di varie anime anche molto diverse tra di loro, da quella cattolica a quella liberale a quella più sociale. Sta a loro scegliere”. Infine, sposa il pensiero del vicepremier, Antonio Tajani, ossia il lancio di un’iniziativa per ampliare l’area di riferimento: “Siamo d’accordo – confessa Lupi – dobbiamo appunto capire come e con quali regole. Ma è un obiettivo comune. Per contare di più sia in Europa che in Italia”.

Aggiornato il 11 giugno 2024 alle ore 17:10