“Nel nostro sistema che è di tipo accusatorio, non c’è parità tra accusa e difesa”. Lo afferma Giorgio Mulè, in un’intervista alla Stampa. Il vicepresidente della Camera, esponente di spicco di Forza Italia, sostiene l’importanza della separazione delle carriere. “Va fatta. I magistrati che giudicano rispetto a quelli che indagano devono avere un Dna culturale e di formazione diverso”. Secondo Mulè, le misure saranno pronte “entro le Europee. Basta leggere l’ultimo libro di Sabino Cassese (Le strutture del potere, ndr): c’è una crisi di separazione dei poteri, i giudici giudicano, amministrano e legiferano. Parole che copio e incollo”, prosegue. “La magistratura oggi è un corpo senza controllo, a causa dell’idea che l’indipendenza voglia dire autogoverno”. La magistratura annuncia battaglia su questa misura. “C’è un copione, abbastanza stantìo, che si ripete. È ovvio che ognuno ha diritto a esprimere la propria opinione, anche quando si difende una corporazione. Ma una cosa deve essere chiara, come ha ribadito il viceministro Francesco Paolo Sisto – continua – dopo il contraddittorio interviene la Costituzione, il potere legislativo scrive le regole e all’ordine giudiziario è riservata la loro applicazione”. Il rischio sembra quello di tornare al clima di scontro come ai tempi di Silvio Berlusconi. “La politicizzazione ha impedito la realizzazione di queste riforme. Peccato che, mentre si opponevano, il Csm era il tempio di Gerusalemme ai tempi di Gesù: un mercato nel quale si sono scambiate promozioni, con la deriva clientelare tra toghe”, conclude. “Non dobbiamo avere paura di fare ciò per cui siamo stati eletti”.
Anche Francesco Petrelli interviene sul tema della separazione delle carriere dei magistrati. Il presidente dell’Unione camere penali, in un’intervista al Messaggero sottolinea come “su questo disegno, con questi tempi, e in questa situazione politica il Governo ha fatto un passo che non fatico a definire impegnativo. Vedremo se sarà rispettato, e ne trarremo le conseguenze. Diciamo che questa deve necessariamente essere la volta definitiva, l’ultima Thule. Non potremo attendere oltre”. Secondo Petrelli, “sotto il profilo politico, siamo in qualche misura soddisfatti che il Governo metta la faccia sul progetto di riforma costituzionale della separazione delle carriere. Sotto un profilo tecnico, invece, com’è noto l’unione della Camere penali nel 2017 ha provveduto a raccogliere oltre 71mila firme di cittadini italiani e ha presentato un proprio disegno di legge in merito, al quale tra l’altro le altre forze di maggioranza si sono sostanzialmente adeguate. Diciamo che quello è il nostro manifesto, e speriamo che questo nuovo disegno non si allontani dalla geometria che abbiamo immaginato”. Commentando le parole del ministro Carlo Nordio rispetto al caso Liguria Petrelli evidenzia come, “un pubblico ministero raramente ha chiesto provvedimenti di custodia cautelare dopo anni di indagine”. Nel Governo c’è chi parla di giustizia a orologeria. “Mi pare evidente l’inasprimento del contesto del dibattito. Capiremo poi se c’è spazio per valutare un ambito di strumentalizzazione della vicenda giudiziaria, in ogni caso non sarebbe la prima volta”.
Aggiornato il 08 maggio 2024 alle ore 17:00