I giorni più complicati sono stati quelli della “strage in mare di Cutro, 94 morti, e soprattutto l'accusa che è colpa tua”. I giorni felici sono stati quelli “in mezzo alla gente. Vedere le persone che ti incitano e capiscono che ce la stai mettendo tutta, questa è la mia unica benzina possibile”. Sono le parole pronunciate da Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa di fine anno che, per motivi di saluto della premier, è stata spostata all'inizio del 2024. La presidente del Consiglio ha incontrato i giornalisti nell'aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati. “Mi devo scusare – ha detto – per aver rinviato per due volte. Mi spiace che questo abbia generato delle polemiche, ma non c'era alcun intendimento di scappare dalle domande”.
“Sarà un anno complesso, da Europee a presidenza G7”
“Sarò abbastanza breve perché voglio lasciare spazio alle domande, ho poche cose da dire” a partire dagli “auguri di buon anno per un anno che sarà molto complesso per tutti. Ci sono molte scadenze importanti: le elezioni europee, la presidenza italiana del G7 elezioni. Siamo tutti molto impegnati”.
“Pozzolo deferito al Collegio probiviri Fdi e in attesa è sospeso”
Ha presentato una querela in procura, a Biella, Luca Campana, il 31enne che la notte di Capodanno è rimasto ferito da un combattimento esploso dalla pistola del parlamentare Emanuele Pozzolo. La querela è contro il deputato Fdi sospeso oggi dal partito. Il presidente del Consiglio ha risposto a una domanda sul caso. “Io – ha detto Meloni – ho chiesto che Pozzolo venga deferito alla commissione dei probiviri di Fdi indipendentemente dal lavoro che fa l'autorità competente e che nelle more del giudizio sia sospeso da Fdi”.
Inchiesta Anas: “Salvini non deve riferire in Aula”
“Penso che sulla questione bisogna attendere il lavoro della Magistratura, gli sviluppi, se necessario commentare quelli e non i teoremi. Da quello che ho letto le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Matteo Salvini non è chiamato in causa e ritengo che non debba intervenire in Aula su questa materia”, ha detto Meloni rispondendo a una domanda sull'inchiesta sugli appalti Anas.
“Nessun bavaglio alla stampa, legge di iniziativa del Parlamento”
La premier ha commentato le parole del presidente dell'Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli sulla cosiddetta Legge Bavaglio e la manifestazione del Fnsi davanti a Palazzo Chigi. “Io penso che lei sappia – ha detto Meloni – che la norma è frutto di un emendamento parlamentare che arriva da un esponente dell'opposizione su cui c'è stato parere favorevole del Governo ma non è un'iniziativa del Governo per cui la manifestazione sotto Palazzo Chigi, quando iniziativa non è del Governo doveva essere sotto il Parlamento visto che le Camere si sono assunte le responsabilità. L'emendamento riporta l'articolo 114 del Codice di procedura penale al suo perimetro originario. La riforma Orlando fece un'eccezione consentendo la pubblicazione delle intercettazioni. Qui non si toglie il diritto del giornalista ad informare io non ci vedo un bavaglio a meno che non si dica che la stampa sia stata imbavagliata fino al 2017. A me pare un'iniziativa valida, forse non l'avrei presa, io non l 'ho fatto, ma mi pare una norma di equilibrio tra il diritto di informare ed il diritto alla difesa del cittadino”.
“Il premierato non toglie potere al capo dello Stato”
“Non vedo in cosa l'elezione diretta del capo del Governo significa togliere potere al Capo dello Stato e visto che noi abbiamo scelto di non toccare i poteri del Capo dello Stato. Si crea, secondo me, un equilibrio che è un buon equilibrio, si rafforza la stabilità dei governi”, ha detto Meloni a proposito della riforma del premierato. “Questo non è un referendum sul Governo o su Giorgia Meloni, ma su cosa deve accadere dopo”, ha aggiunto. “Il referendum” sul premierato “non è su di me, io sono il presente di questa nazione, ma è sul futuro di questa nazione. Io ho fatto quello che era scritto nel programma, spero che si possa avere una maggioranza” in Parlamento, “non sono molto ottimista, sono franca, ma se non ci sarà lo chiederemo agli italiani, ma non è un referendum su Giorgia Meloni”.
“Privatizzare Fs o Poste? Sì ma mantenere il controllo”
Sulla privatizzazione il Governo si muoverà con una “riduzione delle quote in partecipate che non riduce il controllo pubblico, come Poste, oppure con l'entrata di privati con quote minoritarie, come in Ferrovie. Ovviamente sono passaggi complessi e la tempistica non solo da me. Abbiamo dato un segnale con Mps – ha aggiunto Meloni – con la nostra iniziativa parte delle risorse sono rientrate, abbiamo dato un bel segnale. Lo Stato deve controllare ciò che è strategico ma ciò comporta aprirsi anche al mercato”.
“Non soddisfano i risultati sui migranti, resta una priorità”
“Non ritengo soddisfacenti – ha detto Meloni – i risultati sull'immigrazione. Soprattutto rispetto alla mole di lavoro che ho dedicato a questa materia. Penso che se non l'avessi fatto le cose sarebbero andate molto molto peggio. Se mi chiedete se sono soddisfatta oggi dico no, se penso di esserlo alla fine di questa legislatura continua a lavorare per questo, è una delle mie priorità. Sono leggermente più soddisfatta dei dati dell'ultima parte dell'anno che mostrano un calo rispetto alla parte iniziale. Quindi che ci si aspettava di più su questo, sono pronta ad assumermene le responsabilità”.
“La lettera di Mattarella non rimarrà inascoltata”
Meloni si è espressa anche sulle parole di Sergio Mattarella sul Ddl concorrenza e in particolare sulle concessioni degli ambulanti e dei balneari. “L'appello del presidente Mattarella non rimarrà inascoltato, valuterò con gli altri partiti di maggioranza e con i ministri. Questo è un tema, la stratificazione di problemi che abbiamo che vanno dalla questione delle lungaggini burocratiche ai tempi della giustizia. L'Italia è una nazione in cui molti investerebbero se avessimo maggiori certezze. Penso che queste siano due riforme che servono, la riforma della burocrazia e della giustizia e le considero due delle mie priorità per il prossimo anno”.
Il caso Degni: “La cosa più grave la sfrontatezza del giudice”
Giorgia Meloni si è infervorata quando gli è stata posta una domanda a proposito delle parole postate sui social dal giudice della Corte dei conti Marcello Degni. “Ritengo – ha detto la premier – che non spetti a me dire che cosa dovrebbe accadere ma mi spetta dire sulla gravità di quello che è accaduto: avere un magistrato della Corte dei conti che come incarico ha quello di mettere in sicurezza i conti pubblici che spera per ragioni politiche che l'Italia vada in esercizio provvisorio con tutte le conseguenze oggettivamente un po' di preoccupazione la mette”. Ma “la cosa più grave è la sfrontatezza con la quale questo giudice ritiene che sia normale farlo”. “Io ho da chiedere alla sinistra se sia normale che persone nominate per incarichi super partes si comportino da militanti politici. Aspetto una risposta da Elly Schlein. Mi ha colpito molto che non ci sia stato nessuno a sinistra a dire due parole su questo tema: Paolo Gentiloni che l'ha nominato, Elly Schlein, io vengo chiamata in causa per qualsiasi cosa”.
“Pronta al confronto con Elly Schlein”
A proposito della segretaria del Pd, Meloni ha detto che s'impegna “volentieri a un confronto con Elly Schlein. Credo sia normale, giusto che il presidente del Consiglio dei ministri si confronti con il leader dell'opposizione prima della campagna elettorale per le elezioni europee. Non mi sono mai sottratta, non lo farò stavolta”.
“Non ho ancora deciso se candidarmi in Ue”
“Non ho ancora deciso se candidarmi alle Europee ma devo capire se una mia eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro dal presidente del Consiglio. Perché penso che sia una decisione che va presa insieme agli altri leader della maggioranza”. “Non sarei disposta a fare una maggioranza stabile in parlamento con la sinistra”, un “ragionamento diverso” è il sostegno: “quando si forma la nuova commissione” dove “quando si fa un accordo e “ciascuno nomina un commissario poi i partiti di governo” tende a votare a favore dell'accordo. Così la presidente del Consiglio ricordando che anche nel caso di Ursula von der Leyen la commissione è “stata votata anche da partiti come il Pis polacco che poi “non hanno mai fatto parte della sua maggioranza”.
Il no al Mes occasione per renderlo più efficace
“Il governo” sul Mes “si è rimesso all'Aula e la ratifica è stata bocciata”. “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e io penso che nella reazione dei mercati si legge una consapevolezza rispetto al fatto che è uno strumento obsoleto. Forse la mancata ratifica da parte dell'Italia può diventare un'occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace”.
Tasse, tassi e Bce
“Se la domanda e aumenta le tasse o taglia la spesa pubblica, tra le due preferisco tagliare la spesa pubblica e penso si possa fare un lavoro ancora più preciso”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa. “Il mio obiettivo è confermare le misure che abbiamo portato avanti, se riesco addirittura a migliorarle, lo valuteremo nel corso dell'anno”, ha aggiunto. “Io non sono per aumentare le tasse, quest'anno le ho diminuite tagliando la spesa pubblica”. “Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell'economia quest'anno, la crescita stimata comunque – è un dato buono – è superiore alla media Ue. Io confido che lungo questo anno si posa essere ragionevole e immaginare una rilasciata dei tassi di interesse, che libererebbe diverse risorse che abbiamo da pagare sul debito pubblico”.
Aggiornato il 04 gennaio 2024 alle ore 17:37