Il premierato secondo Casellati

Una riforma che interessa l’intero Stivale e non solo il centrodestra, le prerogative del Capo dello Stato che non vengono toccate, il peso della sovranità popolare. Questi alcuni punti toccati dalla ministra delle Riforme istituzionali, Elisabetta Casellati, sul tema del premierato.

A Bari, a margine del convegno “Le riforme costituzionali, dal premierato alla separazione delle carriere”, afferma: “In 75 anni di storia repubblicana abbiamo avuto 68 Governi, con una durata media di 14 mesi”. Un passaggio, questo, che rappresenta in maniera plastica dove vuole arrivare l’attuale Esecutivo. Senza dimenticare l’idea dell’elezione diretta del presidente del Consiglio, per “restituire quella sovranità popolare che è prevista dalla Costituzione. Per troppo tempo i cittadini hanno assistito a Governi che non corrispondevano alla volontà popolare”. Un vulnus che ha, come conseguenza, il “disallineamento fra voto e forma di Governo”. Dopotutto, dietro ogni problema c’è un’opportunità. Perciò, è da qui che bisogna partire per invertire la rotta. Una rotta troppo spesso imbevuta di “disaffezione verso la politica” e di un “astensionismo galoppante che preoccupa, perché comporta un deficit di democrazia”.

Messe da parte le buone intenzioni, Casellati specifica che con le audizioni sul disegno di legge costituzionale “termineremo probabilmente questa settimana, sono circa 50 audizioni e hanno coinvolto sia costituzionalisti, sia sindacalisti, sia ancora rappresentati delle categorie economiche. Si tratta di un buon testo”. Ma c’è anche dell’altro: “Gianni Letta ha parlato di rapporto fra poteri, per quello che riguarda in genere il premierato. Io – prosegue la ministra Casellati – ho chiamato questa riforma premierato all’italiana, proprio per le peculiarità che racchiude in un sistema che si adatta alle sensibilità del nostro Paese. Non tocca le prerogative del Capo dello Stato, che rimangono sostanzialmente uguali. La nostra – sottolinea – è una riforma minimalista, il che significa che tocca quattro articoli della Costituzione, a meno che qualcuno non legga una Costituzione diversa da quella che ho io. Ci sono nove articoli e non toccano le prerogative del capo dello Stato, che sono importanti”.

Peraltro, sul premio di maggioranza Casellati rivela: “Stiamo a guardare. Lo abbiamo inserito per quel principio di stabilità che la riforma deve avere. La legge elettorale prevede che si coniughi rappresentanza con governabilità. Abbiamo messo in Costituzione la governabilità, che è la cosa più importante perché un governo deve durare cinque anni. Si può mettere anche nella legge elettorale – osserva – laddove sarà sicuramente indicata una soglia che qualifica la rappresentanza. Può essere un punto in discussione, vedremo cosa emergerà nel dibattito in Parlamento. Anche perché questo è il luogo naturale del confronto e del dibattito politico”.

Infine, Casellati rivela: “Spero che le opposizioni non abbiano pregiudizi di carattere ideologico, nel senso che non vogliono far fare al centrodestra la riforma costituzionale. Mi auguro che questo non succeda, perché diversamente sembrerebbe non che noi vogliamo fare una riforma a colpi di maggioranza, ma una riforma sotto dettatura a colpi di minoranza. E questo è inaccettabile”. Con la postilla: “Continua l’attività di ascolto che abbiamo iniziato un anno fa, per cercare di venire a un punto di accordo anche con le opposizioni. Da parte nostra c’è stata una buona volontà di arrivare, perché abbiamo abbassato la bandierina dell’elezione del Capo dello Stato, che era prevista nel nostro programma di Governo, proprio per cercare un punto di caduta”.

Aggiornato il 11 dicembre 2023 alle ore 14:07