Quale futuro per Forza Italia?

Resta il vuoto, incolmabile. Che è quello lasciato da Silvio Berlusconi. Ma permane pure la domanda: e adesso? Forza Italia fa i conti con realtà e realismo. Probabilmente, la fase attuale sarà quella di un traghettamento, evitando di imbarcare acqua e, soprattutto, cercando di allontanare lo spauracchio della diaspora. L’obiettivo, pacifico, è quello delle Europee del 2024. Nel mezzo, il ragionamento volterà su come tenere in piedi una struttura che, da ieri, è senza il perno cardine. Giulio Tremonti, in un’intervista al Corriere della Sera, parlando del Cavaliere nota: “Era nella sua natura il non pensare a successori. C’è una contraddizione tra le figure superiori e l’idea di successione”. Quel momento, giocoforza, è arrivato. E tornare indietro, oltreché impossibile, rischia di trasformarsi in un azzardo poco salvifico.

Anche se il grido di battaglia è “nessun panico”, innegabilmente – per qualcuno – la paura è che ci possa essere un fuggi-fuggi dall’area forzista verso Lega e Fratelli d’Italia. Il coordinatore nazionale, Antonio Tajani, indossa i panni del pompiere: “Abbiamo il dovere, come Forza Italia, di andare avanti, seppur feriti. Lo faremo ancora sotto la sua guida morale e spirituale e continueremo a lavorare nel solco delle sue indicazioni”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Maurizio Gasparri: “Chi ama la politica, chi ha vissuto con Silvio Berlusconi un percorso lungo 29 anni, sa che deve proseguire nel solco delle sue indicazioni, delle sue idee. Di Berlusconi ce n’è uno e non ce ne sono altri all’orizzonte, ma questo non fa venir meno la bontà di quelle idee e la necessità di attuarle”.

Ma si sa: oltre le dichiarazioni ufficiali ci sono i sottotesti, soprattutto se parliamo di una creatura modellata a immagine e somiglianza del Cav, dove quindi gli spazi da occupare diventavano inesorabilmente larghi come spilli. Lo scenario peggiore è quello della fine del partito. Ipotesi che in diversi scongiurano. Inevitabile, quindi, che debba essere indicata una via maestra, all’interno di un quadro che – onestamente – è complesso.

Potrebbe anche essere che Giorgia Meloni possa strizzare l’occhio a una fusione tra FdI e Fi. Una manovra che potrebbe avere un senso, in particolar modo per mantenere a galla l’area centrista, ma con un coefficiente di difficoltà da triplo tuffo carpiato.

Altro scenario è di una Forza Italia aperta a componenti che, da una parte, potrebbero fornire un sostegno alla premier, ma che dall’altra porterebbero in dote una serie di richieste al momento irricevibili.

Infine, quel nome che quando si parla di Berlusconi gira tra le stanze, ossia Matteo Renzi. Che, intervistato dal Giornale, chiarisce: “Berlusconi non può avere delfini: non è sostituibile. Non era immaginabile per lui avere un erede politico. Abbiamo avuto vicinanze su alcuni contenuti importanti: come lui, ho sempre pensato che il problema fiscale non si risolvesse con patrimoniali ma abbattendo le tasse sul lavoro”.

Rimangono così le domande, le incognite, quel vuoto incolmabile, un successore che non c’è. E un campo libero dove (senza il suo protagonista) il rischio di impantanarsi diventa davvero alto.

Aggiornato il 13 giugno 2023 alle ore 14:58