Caro affitti, colpa delle città di centrosinistra

Nel futuro non sappiamo se il Paese vanterà schiere di validi ingegneri o plotoni di architetti. Di sicuro, però, ci saranno tanti campeggiatori provetti, almeno osservando le tende che da un po’ di giorni sostano davanti alle università. Un segno, questo, di protesta contro il caro affitti.

Si badi bene: il tema è grave, come sottolinea a Sky il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, il quale però ricorda come la questione tocchi principalmente “le città governate dal centrosinistra. Evidenzio – rimarca Valditara – come nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani, per offrire loro un panorama abitativo decoroso”.

Apriti cielo. Le parole di Valditara scatenano un vespaio tale da scomodare, non sappiamo se con o senza armocromia, addirittura Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico: “Siamo vicini alle studentesse e agli studenti che stanno protestando contro il caro affitti. È diventato impossibile per loro trovare una casa. E questo incide sul diritto allo studio che è fondamentale nel nostro Paese. Il Pd continuerà a spingere, per convincere il Governo a tornare indietro sull’errore madornale che ha fatto cancellando il fondo per gli affitti”.

Intanto, Valditara sempre a Sky parla di cose concrete e non dell’aria fritta. Non a caso, annuncia: “Abbiamo discusso con la Commissione europea delle assunzioni: faremo a partire da giugno circa 35mila assunzioni con fondi Pnrr e abbiamo voluto aggiungere altre assunzioni, arriveremo a quasi quota 100mila, di cui quasi 20mila sul sostegno. È un piano importante – insiste – sono risorse a disposizione del Ministero. Questa è una prima risposta significativa sul tema della continuità didattica. Il tema è alzare gli stipendi di tutti i docenti. Ho posto il tema del patto di stabilità: l’istruzione ne sia fuori e devono essere coinvolti anche i privati nel finanziamento della scuola”.

Infine, nel corso della lettura congiunta dei dati sulla dispersione scolastica classicamente intesa (12,7 per cento) e su quella implicita (9,5 per cento) emerge che, a livello nazionale, la popolazione studentesca che è in una condizione di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20 per cento, cioè si tratta di un giovane su cinque. Numeri enunciati proprio da Valditara durante la commissione Cultura in Senato: “L’obiettivo che impone il Pnrr è ridurre la percentuale di 2,5 punti, evitando quindi che nei prossimi anni circa 470mila giovani abbandonino la scuola prima del diploma”.

Aggiornato il 10 maggio 2023 alle ore 16:38