Caso Cospito, Nordio: “La possibilità di mutare il 41-bis è inesistente”

Carlo Nordio affronta alla Camera il caso Cospito. Il ministro della Giustizia, nella sua un’informativa urgente per chiarire alcune questioni relative al caso di Alfredo Cospito, afferma chiaramente che la sua posizione sul 41-bis è la posizione del governo. “La possibilità di mutare questa normativa – ribadisce – è inesistente”. L’anarchico, detenuto prima nel carcere di Sassari e ora in quello di Opera a Milano, dal 19 ottobre sta facendo uno sciopero della fame contro il regime carcerario a cui è sottoposto. Ma il “carcere duro” non cambierà. Nordio spiega che Cospito “si trova in carcere in regime di 41-bis perché “ha fornito positiva dimostrazione di essere perfettamente in grado di collegarsi con l’esterno anche in costanza di detenzione”. Poi aggiunge di non potersi esprimere al momento sulla richiesta di revoca del 41-bis e di voler aspettare il parere non vincolante che verrà fornito al riguardo dal procuratore generale di Torino. Nordio parla delle condizioni di salute di Cospito, sostenendo che nei giorni scorsi il ministero aveva ricevuto “un’indicazione della Asl di Sassari che definiva la situazione sanitaria accettabile con discrete condizioni” ma che dopo che era “venuto meno un parametro elettrolitico, per tutela massima del detenuto, abbiamo ritenuto di trasferirlo” da Sassari a Opera.

Quanto sostenuto dall’Asl di Sassari è però in contraddizione con quanto riferito dalla dottoressa Angelica Milia, che era stata autorizzata a visitare Cospito in carcere. Milia aveva parlato a Radio Onda d’Urto di una situazione sanitaria sempre più grave negli ultimi giorni: dall’inizio della protesta all’ultima visita medica era dimagrito di 42 chili e per un calo di pressione era caduto mentre faceva la doccia, provocandosi una frattura scomposta della base del naso e perdendo molto sangue. Secondo Nordio il governo non può pensare di cambiare il 41-bis per via delle condizioni di salute di un detenuto, al di là del caso di Cospito: “Apriremmo la diga a tutta una serie di pressioni nei confronti dello Stato da parte di detenuti che si trovano nella stessa condizione”.

Nordio interviene anche a proposito del caso del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, che martedì parlando alla Camera del caso dell’anarchico sembrerebbe aver rivelato alcune informazioni riservate. Nordio annuncia che sul caso è stata aperta un’indagine da parte della Procura di Roma. L’intento di Donzelli era di denunciare l’esistenza di una presunta collaborazione tra la criminalità organizzata e Cospito per spingere lo stato ad abolire il 41-bis, ma nel farlo aveva citato testualmente conversazioni che secondo molti non avrebbe dovuto e potuto conoscere per i ruoli che ricopre. Risultato: il leader del M5s Giuseppe Conte e la capogruppo Pd Debora Serracchiani annunciano, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altra, di aver presentato due distinte mozioni per chiedere le dimissioni del sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove (FdI) che ha ammesso di aver dato a Donzelli il contenuto delle intercettazioni. Delmastro assicura però in tivù che lui a dimettersi non ci pensa proprio.

La questione è stata investita la Procura di Roma, su esposto di Angelo Bonelli (Avs) e pertanto si deve aspettare. Immediata la reazione soprattutto del Pd al quale Donzelli ha rivolto con rabbia la domanda: “Questa sinistra dica se sta dalla parte dello Stato o dei mafiosi e dei terroristi!”. La tensione in Parlamento resta alta. Il centrodestra è ancora all’attacco. L’opposizione che, dopo aver risposto colpo su colpo, a Palazzo Madama si divide: i senatori di Pd, M5s e Avs abbandonano l’Aula per protesta contro Fdi che accusa i Dem di “aver aperto una voragine alla mafia” andando a visitare Cospito in carcere, mentre Matteo Renzi e il Terzo polo restano e se la prendono con Roberto Scarpinato, ex Pm ora parlamentare pentastellato.

Una bagarre cui però la premier Giorgia Meloni vuole mettere ordine. E lo fa in tarda serata, intervenendo telefonicamente su Rete 4 per scandire: “Vorrei fosse chiaro che la sfida di Cospito non è al governo, ma è allo Stato e lo Stato ci riguarda tutti. Non è un tema politico, di destra e sinistra”. Una Meloni che si dice “allibita” delle accuse al suo esecutivo che “sta facendo il suo lavoro, senza alzare i toni” e che anzi chiede di “fare attenzione di fronte a una questione così delicata” perché da “come si utilizzano certi linguaggi e termini si può ingigantire la cosa”.

La maggioranza difende Donzelli anche se da parte di Forza Italia, con Pietro Pittalis, arriva per lo più un richiamo a non continuare con la delegittimazione dell’avversario sottolineando come comunque l’istituzione della commissione Antimafia sia stata decisa all’unanimità. Una presa di posizione giudicata decisamente troppo “soft” da Giorgia Meloni. Così tocca a FdI alzare i toni con Alberto Balboni che al Senato accusa i parlamentari del Pd di “aver aperto una voragine alla mafia” andando in carcere da Cospito visti i suoi legami con la criminalità organizzata. Ma nell’Aula di Palazzo Madama a infiammare gli animi è anche lo scontro tra Matteo Renzi e Roberto Scarpinato, che chiede le dimissioni di Nordio perché “non ha la forza e l’autorevolezza politica per chiedere le dimissioni di Delmastro”. Dopo l’accusa che Balboni lancia al Pd, il centrosinistra chiede al presidente Ignazio La Russa di censurarlo e alla risposta di La Russa che tutti possono intervenire come vogliono, l’opposizione si alza e comincia a uscire. Quindi prende la parola Renzi che punta il dito contro l’ex Pm. “Il senatore Scarpinato – dichiara – ha iniziato il suo discorso dandomi della faccia tosta perché si è sentito chiamato in causa sul passaggio del mio intervento in cui dicevo che alcuni magistrati su una presunta trattativa Stato-mafia hanno costruito una carriera prima in magistratura e poi in politica” e “vorrei che sia messo agli atti che mi riferivo proprio a Scarpinato”. “Prima di venire a dare della faccia tosta – incalza – spieghi le sue strane frequentazioni con Palamara ed il suo atteggiamento folle nelle Istituzioni del Paese come sa bene il presidente emerito Giorgio Napolitano. Scarpinato si vergogni”. Quindi escono anche i senatori M5s, mentre il leader di Italia viva va verso i banchi del centrodestra per parlare con Balboni.

Aggiornato il 02 febbraio 2023 alle ore 12:39