Comunicare il Regno Unito in Italia, tra sfide e opportunità

Una nuova e interessantissima iniziativa è stata organizzata, in modalità ibrida, dal Cenacolo di studi diplomatici e internazionali dell’Università di Roma Lumsa. Un seminario, in programma domani, dal titolo: “Dalla Brexit a Re Carlo III: comunicare il Regno Unito in Italia, tra sfide e opportunità”. Il tema trattato sarà utile per approfondire il ruolo della comunicazione e della diplomazia pubblica in relazione agli obiettivi di politica estera del governo di Londra e, in particolare, alle priorità del network britannico in Italia. Con specifico riferimento alla reputazione del Regno Unito in Italia, l’incontro presenterà agli studenti e agli esperti interessati i risultati di un’indagine svolta sulla percezione del Regno Unito da parte degli italiani, evidenziando l’utilizzo che è stato fatto dei dati emersi da queste rilevazioni nel corso degli ultimi anni. La percezione prevalente in Italia è quella di un Regno Unito aperto, dinamico e con opportunità di studio, lavoro e business.

Ciò è particolarmente vero tra i giovani e in determinati settori, basti pensare che gli italiani sono la maggiore componente non-britannica del personale delle università e dei Think tank del Paese. Con la Brexit si è aperta una nuova fase dei rapporti bilaterali tra due Paesi dei quali uno solo è membro dell’Unione europea. Da un lato la cooperazione è forte in molti ambiti, a partire dalla transizione ecologica, grazi anche all’immenso lavoro che la presidenza italiana del G20 e quella britannica del G7 hanno svolto in occasione della Cop26.

Inoltre, l’Italia deve bilanciare lo spazio di manovra nel rapporto bilaterale con gli impegni in ambito Ue, ed il Regno Unito deve fare i conti con la nuova realtà post Brexit. Le conseguenze dell’uscita dall’Unione sono infatti molteplici e con un impatto di lungo periodo sulla postura britannica. Il dibattito politico interno è diventato molto più polarizzato, generando delle metamorfosi istituzionali all’interno delle stesse istituzioni britanniche. Le linee di frattura con Scozia e Irlanda del Nord si sono acuite e i ministeri e le agenzie britanniche devono dedicare risorse e tempo a reimpostare attività che prima funzionavano regolarmente nel quadro della legislazione sovranazionale europea.

Il 2021 ha visto una graduale ripresa della proiezione internazionale inglese, complice la presidenza del G7. Una ripresa simboleggiata anche dal varo della portaerei Queen Elizabeth, e dalle sue tappe dal Mediterraneo all’Indo-Pacifico con importanti incontri bilaterali. L’adesione di Londra all’alleanza trilaterale regolata dagli Stati Uniti d’America con l’Australia in chiave di contenimento della Cina, che comprende un’importante progettualità industriale per la Difesa australiana e per i sottomarini nucleari della Royal Australian Navy, dà ulteriore slancio all’immagine di una potenza marittima globale che attinge ai positivi legami costruiti e coltivati all’interno del circuito del Commonwealth, rafforzando la percezione del Regno Unito quale partner essenziale per l’affermazione geopolitica dei valori democratici.

Durante i lavori presso l’Università, il professore Matthew Fforde, delle cattedre di Contemporary World History e di Cultura e Politica inglese della Lumsa, introdurrà la discussione, moderata dalla dottoressa Giada Mazzoni, studentessa del corso di Laurea magistrale in relazioni internazionali e componente del Cenacolo della Lumsa e a parlare della attuale strategia di comunicazione britannica saranno due qualificati ospiti: Pierluigi Testa, founder e presidente del Think tank “Trinità dei Monti” e Pierluigi Puglia, portavoce dell’Ambasciata del Regno Unito in Italia e San Marino.

Aggiornato il 14 novembre 2022 alle ore 09:54