Franco: “Superbonus alla lunga non è sostenibile”

Una riforma del catasto che al momento rappresenta “un esercizio di mappatura che sarà reso disponibile nel 2026, non ha alcun effetto immediato. Nel 2026 verrà usato da chi vorrà utilizzarlo”. Adesso, pertanto, “è un esercizio per capire lo stato del nostro sistema immobiliare”.

A dirlo è stato Daniele Franco, ministro dell’Economia, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Dopo aver spiegato che “nel formulare la previsione per il restante anno e il prossimo, assumiamo non vi siano nuove restrizioni alle attività economiche e ai movimenti delle persone. Dove la pandemia riprendesse, i numeri sarebbero a rischio”, Franco ha puntualizzato: “Il superbonus e gli altri bonus edilizi sono molto importanti per far ripartire il settore delle costruzioni, quindi nella legge di bilancio stiamo valutando in che modo possano e debbano essere prorogati”. Allo stesso tempo, il ministro ha specificato “dobbiamo ricordare che sono uno strumento molto costoso”, perciò “non sostenibile alla lunga”. In questo quadro, è stato precisato che le costruzioni “sono un settore che va sostenuto, avendo a mente che non può crescere a dismisura e che questi interventi fanno onore per la finanza pubblica. Se ciascun italiano fa domanda, per 30 milioni di unità immobiliari l’effetto sui conti e sul debito è stratosferico”.

Aumenti e incertezza

Il ministro dell’Economia, nel corso del suo intervento, ha rimarcato che l’aumento del costo dell’energia (e il proprio peso sull’inflazione) rappresenta “uno degli elementi di incertezza più importanti” che ha ripercussioni sulla ripresa. Un tema che va osservato, insomma, oltre a valutare “se a livello nazionale o europeo ci siano modi per attenuare il contraccolpo”. I previsori, ha aggiunto Franco, sono dell’avviso che si tratti di “un fenomeno in parte temporaneo” mentre i mercati attendono una riduzione “dopo i picchi invernali”.

Nadef: andamento delle spese

Nella Nadef, ha indicato il ministro Franco, “l’andamento delle spese inferiore previsto dal Def riflette per 5 miliardi la riprogrammazione delle spese del piano nazionale, alcune riprogrammate su anni successivi. È una cosa buona, perché queste spese ci aiuteranno a mantenere un tasso di crescita nel 2023 e 2024. Il 6 per cento – ha ricordato – è irripetibile ma tassi di crescita più alti degli scorsi decenni è quello a cui dobbiamo puntare per gli anni 2023, 2024, 2025, 2026”. In più, nell’arco temporale 2022-2024, per Daniele Franco possono sussistere spazi di intervento sugli ammortizzatori sociali e per “avviare un processo di alleggerimento del carico fiscale”.

Inversione di rotta

Secondo Franco è necessario invertire la “secolare stagnazione” dell’economia. E il Pnrr “può essere di grande aiuto, ma tutte le politiche devono essere mirate in quella direzione. Quest’anno e l’anno prossimo avremo un recupero molto rapido. Ma il test vero non è quanto cresciamo quest’anno o il prossimo ma gli anni successivi, dobbiamo uscire dalla lunga fase di stagnazione della nostra economia”. Una politica di bilancio, insomma, che per adesso è “attuata in regime di sospensione” del Patto di stabilità. Eppure “si sta aprendo il dibattito sul futuro delle regole, comunque vada è verosimile che qualche regola ci sarà, più o meno stringente di prima”. Più precisamente: “Dobbiamo tenere a mente che il deficit deve scendere, l’avanzo primario deve tornare e bisogna ridurre il debito che libera risorse”.

Cashback e rottamazione quater

Sul cashback il ministro Franco è andato dritto alla questione: “Non la vedrei come misura strutturale, ora che abbiamo spinto le persone verso il mondo digitale restiamo nel digitale. Dobbiamo valutare se siamo arrivati a quel punto”. Parallelamente, si è così espresso sull’ipotesi di varare la rottamazione quater: “Valutiamo se una ulteriore spalmatura degli oneri possa essere considerata”. Però “bisogna gradualmente tornare verso una situazione di normalità, in cui tutte le famiglie e le imprese possano pagare le cartelle emesse dall’Agenzia delle Entrate”.

Next Generation Eu e pensioni

“Il Next Generation Eu – ha detto Franco – è un’azione di bilancio comunitaria innovativa, in cui l’Unione europea si è data un debito comune che non aveva”. Pertanto, anche guardando con un occhio al futuro, sarà importante avere uno strumento della stessa stregua, che dia una mano per “la gestione di alcune sfide”. Infine, la postilla sulle pensioni: “Sono una questione aperta, che affronteremo nella legge di bilancio. La Nadef non è una lista esaustiva”.

Aggiornato il 06 ottobre 2021 alle ore 13:31