Scuola, mascherine e “classi pollaio”

La definizione di “classi pollaio” non è musica per le orecchie di Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione. Da una parte assicura “il 13 avremo tutti i docenti al loro posto”, dall’altra ribatte “la norma attuale prevede classi tra 15 e 27 (come numero di alunni). Le risorse ormai saranno distribuite in modo mirato dove c’è bisogno, basta interventi a pioggia”. E ancora: “Nei prossimi mesi avremo un immane compito da svolgere: attuazione delle riforme ed investimenti. Ma è una opportunità per rendere la scuola il centro del nostro Paese. Insieme dovremmo condividere questo straordinario cammino”. Eppure, resta in piedi la discussione sul distanziamento degli studenti in classe e sull’utilizzo o meno delle mascherine anche per gli alunni vaccinati. Del resto, i medici invocano prudenza, come sottolineato a Radio Cusano da Giuseppe Mele, presidente della Società italiana Medici Pediatri: “Le precauzioni non sono mai troppe. Noi abbiamo finito di svolgere un congresso per la prima volta in presenza e avevamo tutti la mascherina pur essendo tutti vaccinati. L’idea del test rapido salivare la si deve prendere in considerazione nel momento in cui c’è una classe in cui non tutti sono vaccinati”.

Scuola: il tema assunzioni

Al momento, ricorda il ministro Bianchi, risultano completate 58.735 assunzioni in ruolo, di cui14.194 sul sostegno e 113.544 incarichi annuali già assegnati, 59.813 dei quali sul sostegno sul quale “adesso siamo in grado di dare risposte alle famiglie”. Non solo: “Lo scorso anno le assunzioni erano state 19.995 in totale di cui 1778 sul sostegno – spiega – ricordo che si giunse a fare le assunzioni in ruolo a novembre. Il risultato che ho portato è collettivo, di tutti, in uno sforzo straordinario di riporre la scuola al centro”.

Le risorse

Rispondendo ai deputati in Commissione Istruzione alla Camera, Patrizio Bianchi snocciola i numeri: “Abbiamo messo in campo grandi risorse, quasi 2 miliardi per la riapertura: 150 milioni per le attività didattiche estive in sicurezza, 150 per il potenziamento delle competenze e il recupero della socialità, 350 milioni per la sicurezza degli ambienti scolastici, compresi gli aeratori nelle scuole pubbliche; 60 milioni per la sicurezza nelle scuole paritarie. È giusto che ogni scuola possa utilizzare le risorse al meglio: un conto se apro una finestra in classe a Bolzano, un conto in Sicilia. Saranno le scuole a decidere come spendere, sono risorse già date.

Inoltre “342,5 milioni sono stati stanziati per risolvere il tema delle classi numerose; 400 milioni sono per gli incarichi temporanei al personale Ata e docente; 450 milioni per il trasporto scolastico e altri 50 milioni per il fondo spostamenti casa-scuola-casa”. C’è dell’altro: 270 milioni sono stati dati agli Enti locali per approntare interventi di edilizia leggera.

Vaccinazioni

“La scuola ha reagito più di ogni altro settore alle vaccinazioni – va avanti Bianchi – oltre il 92 per cento del personale si è vaccinato e c’è una quota elevata che non può vaccinarsi, abbiamo una età media elevata del personale che lavora nella scuola. Volgo un ringraziamento al garante della Privacy: grazie al lavoro che stiamo facendo insieme e che riguarda il controllo del green pass sarà possibile, dal 13 settembre, avere sui pc dei presidi, grazie a una piattaforma, la lista del personale presente negli istituti col bollino rosso e verde, non cumulabile nel tempo, evitando file e di far vedere all’esterno chi ha la certificazione in regola e chi no. Abbiamo messo insieme dati del ministero della Salute e dell’Istruzione, le capacità tecniche del Mef e l’assistenza dell'Autorità della privacy”.

Classi pollaio

Bianchi parla anche delle sette riforme “centrali per lo sviluppo della scuola”, tra le quali il ridimensionamento degli istituti. Su questo argomento, indica come “offensiva” la definizione di “classi pollaio” e chiede una “una dignità anche nella formulazione”. Sulla didattica, invece, afferma: “L’unità classe non sarà più l’unico modo di insegnare. Sarà necessario uscire da questi schemi. Noi spingeremo pur nell’autonomia delle singole istituzioni scolastiche”.

Mascherine in classe: sì o no?

Giuseppe Mele, presidente della Società italiana Medici Pediatri, ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, trasmissione del palinsesto di Radio Cusano, non usa troppi giri di parole: “Le precauzioni non sono mai troppe. Noi abbiamo finito di svolgere un congresso per la prima volta in presenza e avevamo tutti la mascherina, pur essendo tutti vaccinati. L’idea del test rapido salivare la si deve prendere in considerazione nel momento in cui c’è una classe in cui non tutti sono vaccinati”. E rimarca: “Alcuni pensano che siccome la sperimentazione è stata rapida vuol dire che è poco sicura. I dati che stanno emergendo dimostrano che la scienza è molto seria. Quando gli Enti europei e americani approvano un vaccino, vuol dire che c’è stata un’ampia e rigorosa ricerca, quindi avviciniamoci con grande fiducia alla vaccinazione. È probabile che ci possano essere effetti secondari che devono essere presi in considerazione. Soprattutto quando si parla di bambini le precauzioni devono essere sempre prese e solo quando la ricerca avrà dato risultati sperati potremo sottoporre i ragazzi al di sotto dei 12 anni al vaccino”.

Immunità di gregge

“Il giusto approccio è l’immunità di gregge – insiste Mele – non è vero che è sufficiente raggiungere il 70 per cento della vaccinazione per avere l’immunità di gregge, bisognerebbe arrivare ad almeno al 90 per cento. Gli studi che stanno cercando di introdurre la vaccinazione anche per i più piccoli sono molto seri e tranquillizzano sull’opportunità di raggiungere l’immunità di gregge”.

“Non siamo ancora fuori dal rischio”

Sulla discussione circa l’eventualità di togliersi la mascherina in classe interviene pure Agostino Miozzo, già capo del Comitato tecnico-scientifico e consulente del ministro Bianchi. Al Corriere della Sera, infatti, segnala: “La ragione ci dice che la situazione attuale non ci consente la normalità pre-Covid. Per tanti motivi, anche indipendenti dal mondo della scuola. Oggi abbiamo ancora circa 50 morti al giorno (oltre 350 alla settimana) e circa 5mila contagi, come si fa a dire che la pandemia non è più un problema? Non siamo ancora fuori dal rischio con le nuove varianti che hanno effetti molto più forti del virus dell’inizio della pandemia”.

Green pass: niente fiducia, ritirati gli emendamenti

Intanto, la maggioranza ritira gli emendamenti al decreto Green pass. Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, su Twitter annuncia: “Ritirati gli emendamenti della maggioranza. A seguito di ciò il Governo ha detto che non ci sarà fiducia e si potrà discutere in aula il decreto Green pass. Mi sembra doveroso per un minimo rispetto al Parlamento”. Così Matteo Salvini, leader della Lega, sul tema della fiducia: “Il Parlamento a che serve? Il Parlamento c’è per discutere, per dibattere, per approfondire. Fiducia al Governo ma senza esagerare con i divieti”. Poi puntualizza: “Noi abbiamo a cuore salute e lavoro degli italiani. Come Lega manteniamo assoluta fiducia in Mario Draghi e in questo Governo. Chiediamo che si curino e si mettano in sicurezza più italiani possibili, senza complicare la vita ad altri milioni di italiani. Penso a chi vuole mettere il Green pass per andare in metropolitana, in bus e in treno”.

Green pass al lavoro e tamponi gratis

Confindustria ha dichiarato, come noi abbiamo già detto al presidente del Consiglio, di essere favorevole all’obbligo vaccinale e nel caso il Governo decidesse sul Green pass, Confindustria ha ammesso la disponibilità a non far pagare i tamponi ai lavoratori”.

Pierpaolo Bombandieri, segretario generale della Uil, riassume l’esito del confronto tra sindacati e Confindustria svolto presso la sede romana dell’Associazione degli industriali: “Quando si parla di sicurezza sul lavoro i costi non possono essere caricati sulle spalle dei lavoratori né possono essere licenziati lavoratori che non fossero disponibili a farsi il tampone: su questo Confindustria si è detta d’accordo. Rimangono distanti le posizioni sull’utilizzo del green pass nelle mense – termina – perché in questi mesi i Protocolli hanno funzionato bene e hanno consentito l’uso delle mense in assoluta sicurezza”.

Aggiornato il 07 settembre 2021 alle ore 16:46