Matteo Renzi cambia, ancora una volta, la linea del suo partito personale. Il leader di Italia Viva vota “no” alla mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia grillino Alfonso Bonafede e regala nuova vita a Giuseppe Conte e al suo secondo governo. L’Aula del Senato boccia la “spallata” del centrodestra. I voti a favore sono stati 131, 160 i contrari, un astenuto. Bocciata anche la mozione di sfiducia presentata da +Europa: 158 no, 124 sì, 19 astenuti. Lo spauracchio di elezioni anticipate ha funzionato per sedare gli istinti bellicosi del senatore di Rignano sull’Arno. Il rischio di affrontare le urne e scomparire è stato considerato un prezzo troppo alto dai fedelissimi dell’ex premier. “Voteremo contro le mozioni di sfiducia – ha detto Renzi durante la dichiarazione di voto – ma riconosciamo al centrodestra e ad Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale. Ma Bonafede amministri la giustizia, non il giustizialismo e ci avrà al suo fianco”.        

Accanto al Guardasigilli ai banchi del governo, ci sono Roberto Speranza, Luigi Di Maio, Dario Franceschini, Federico D’Incà, Vito Crimi, Riccardo Fraccaro e Teresa Bellanova. Sono presenti numerosi senatori. Bonafede, per respingere la bocciatura personale aveva invitato la maggioranza che sostiene il Conte bis a “fare squadra sulla giustizia”. Tradotto vuol dire un mini rimpasto di governo per dare più visibilità ad Italia Viva. “Sulla vicenda Di Matteo – ha detto Bonafede – sono stati sgomberati gli pseudo dubbi”. Nelle ultime ore è circolata anche la voce di un ritorno al governo della renziana di ferro per antonomasia: Maria Elena Boschi.

Un fatto è certo: l’ex capo del Pd ha voluto tenere fino all’ultimo il governo sull’orlo del precipizio nonostante l’incontro avvenuto a Palazzo Chigi tra la stessa Boschi e il presidente del Consiglio. Conte intende concedere a Italia Viva il “riconoscimento politico” chiesto, non per paura di una crisi ma per poter andare avanti fino al 2023. Sarebbe stata respinta, secondo fonti renziane, la proposta di un posto di sottosegretario alla Giustizia per Lucia Annibali o Gennaro Migliore. Ma dopo l’incontro con Boschi i fedelissimi di Renzi hanno ribadito di attendere ancora un “segnale” sui temi della giustizia. M5s fa scudo al ministro, così come il Pd che però gli chiede un “cambio di passo”. Sia Vito Crimi che Graziano Delrio, come il ministro Francesco Boccia, dicono che se passerà la sfiducia, si apre la crisi di governo. Emma Bonino di +Europa attacca: “Bonafede è il ministro del sospetto, non giova all’Italia”. E su Twitter l’ex presidente del Pd Matteo Orfini tuona: “No alla sfiducia ma la gestione è pessima”.

La linea del centrodestra è stata dettata, anche stavolta, dal segretario del Carroccio Matteo Salvini. “La Lega – ha detto – voterà anche la mozione di sfiducia di Più Europa. Serve un ministro della Giustizia che sia in grado di gestire le carceri, che assicuri che i boss non escano di galera, che ci sia certezza della pena”. In mattinata, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ad Agorà su Rai Tre, ha sottolineato: “Sulla mozione della Bonino, ci sono degli elementi che non condivido, né utilizzerò i voti di FdI per far alzare la posta a Renzi. Noi votiamo alla seconda chiama, vediamo prima se l’ha votata Renzi”.    

Aggiornato il 20 maggio 2020 alle ore 17:49