Un Pd diviso verso l’assemblea

La maggioranza dem ha fatto il punto per definire la strategia da portare in assemblea domani. Oltre a Matteo Renzi, ai capigruppo, c’erano Lorenzo Guerini e altri big legati all’ex premier. Ma la riunione, riferiscono fonti parlamentari, non ha sciolto il nodo sul percorso da qui all’assise congressuale. I dubbi restano molti.

Congresso o segretario? L’esito dell’assemblea del Pd di sabato è sul tavolo dei big del partito, alla ricerca di una soluzione per evitare che l’appuntamento si trasformi in una drammatica spaccatura. Il tutto mentre Lega e M5s non riescono ancora a dare il via libera a quel governo cui i dem promettono una dura opposizione.

Intanto Nicola Zingaretti si schiera con il reggente. “La proposta di Martina - ha dichiarato il governatore del Lazio - a me sembra ragionevole e condivisibile: eleggere un segretario in assemblea e fare il congresso. Nei prossimi mesi dovremo certo discutere e decidere ma anche lottare, batterci, fare opposizione in Parlamento e nei territori. Con il governo che si sta formando mi sembra difficile che si possa farlo sotto la guida di una commissione congressuale. Dobbiamo salvare il Pd e questa, io credo sia la priorità assoluta”.

Per il segretario reggente nonostante le diverse correnti dem che si contrappongono all’interno del partito non c’è il rischio di scissione. “No, non l’ho mai pensato - ha detto Martina ai microfoni di RaiNews24 - non lo penso nemmeno oggi. Noi abbiamo il dovere di rilanciare. Non credo che esista questo tema. Penso che l’assemblea possa essere un momento importante di chiarezza ma anche di unità”.

L’orientamento - sottolinea un big dem - è seguire lo statuto. Ovvero sciogliere l’assemblea e convocare il congresso a ottobre. L’idea sarebbe approvare un ordine del giorno prima di sciogliere l’assemblea per permettere alla direzione di rimanere in carica. Questo a 24 ore dalla riunione. Non resta che attendere.

Aggiornato il 18 maggio 2018 alle ore 12:18