Boccia: “Manovra e poi le elezioni”

Di fronte a “margini di manovra che non sono alti”, gli industriali “non hanno grandi aspettative” sulla Legge di Bilancio. Al Governo chiedono quindi “scelte selettive”, “una direzione di marcia per il Paese”, con una priorità: puntare “sui giovani” con “misure shock” per il lavoro. Il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, lo sottolinea in un forum all’Ansa e avverte: in questa fase di uscita dalla crisi, “con una inversione di tendenza ma non ancora all’inizio di una ripresa strutturale, rischiamo di arretrare, dobbiamo stare attenti. Sia errori in Legge di Bilancio sia errori post-legislatura ci farebbero fare non uno ma tre passi indietro, mentre gli altri vanno avanti. Ci costerebbe tanto. Se perdiamo pezzi di industria non li recuperiamo in un giorno”. Guardando al voto, al Paese servono “stabilità e governabilità”: non può passare l’idea che si possano “smontare tutte le riforme e ricominciare”.

Industriali nelle liste dei partiti? “Se lo fanno devono lasciare Confindustria. Noi siamo equidistanti dalla politica”, risponde. Sugli interventi per il lavoro dei giovani “il Governo sembra pensare a misure più strutturali e di medio termine”, Confindustria ha “una idea un po’ diversa”, serve “una operazione shock di due o tre anni che aiuti i giovani ad essere inclusi nel mondo del lavoro e riduca il costo del lavoro per i giovani di una certa fascia di età”. Se “è vero che oggi c’è un divario tra giovani e società”, dice Boccia, serve “una operazione shock nel presente perché il problema lo abbiamo nel presente. Non possiamo spostare i problemi a 30 anni e dire ai giovani che tra 30 anni avranno la pensione - una stoccata sulla recente proposta del Governo -: dobbiamo pensare anche al futuro ma chiarirci sulle priorità”. Nell’agenda del confronto con il Governo “come i giovani una priorità per il Paese” è anche la detassazione dei premi di produttività: “Mario Draghi, ha perfettamente ragione” quando sollecita un aumento dei salari, ma “dobbiamo avviare un confronto sullo scambio salario-produttività guardando al modello tedesco” e aprendo “una nuova stagione contrattuale. Il futuro dell’industria passa da questo”.

Poi Industria 4.0: “Depotenziare alcuni strumenti significa depotenziare gli effetti sull’economia reale che quegli strumenti hanno realizzato”; “Si può lavorare sugli investimenti pubblici che non si riescono a realizzare” e “sulla questione infrastrutturale”. Il clima tra industriali e Governo? “C’è reciproco rispetto. Ci sono anche posizioni diverse, come sui giovani, ma di grande rispetto. Dobbiamo dare atto a questo Governo, per onestà intellettuale, che gli effetti sull’economia reale sono dovuti alla capacità di reazione del sistema industriale ma anche alle politiche economiche che questo governo ed il precedente hanno fatto”. Il confronto con i sindacati per un “Patto della fabbrica” e per la riforma del sistema contrattuale? “I tecnici stanno ancora lavorando su molti punti. Ci sarà un momento in cui si passerà alla fase in cui dovremo guardarci in faccia con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e lì vedremo se c’è la volontà” di arrivare ad un accordo. “Dipende da noi quattro. Noi ce la metteremo tutta, vediamo se c’è la volontà anche dall’altra parte”, dice il presidente di Confindustria.

Aggiornato il 14 settembre 2017 alle ore 11:51