Analfabeti funzionali dell’informazione

Secondo alcune recenti stime internazionali, tra cui una molto significativa commissionata dall’Ocse, l’Italia si troverebbe in testa alla classifica mondiale del cosiddetto analfabetismo funzionale. In pratica, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ben il 47 per cento dei nostri concittadini si informa, vota e lavora seguendo soltanto una capacità di analisi estremamente elementare.

Ciò spiegherebbe il motivo della profonda e diffusa ignoranza che si nota nel campo economico e finanziario. Ignoranza alimentata, per soprammercato, da una buona parte dell’informazione, evidentemente formata in una certa misura da personaggi affetti dal medesimo analfabetismo funzionale.

A tal proposito mi ha colpito l’aspro dibattito che, nel corso del talk-show politico “diMartedì”, ha coinvolto in una estemporanea tenzone Luca Telese e Mario Monti. In particolare, la dura reprimenda espressa dal popolare giornalista nei confronti dell’ex Premier in merito alla tanto bistrattata austerità ha rappresentato, a mio modesto parere, un fulgido esempio di comunicazione tesa a formare un popolo di analfabeti funzionali, accreditando due concetti che quasi nessuno nella vita reale si sognerebbe di applicare nei suoi bilanci familiari: vivere perennemente a debito e confidare nella benevolenza infinita dei creditori. Perché questo è in sostanza ciò che Telese ha rinfacciato all’europeista Monti: non aver essersi infischiato degli odiati parametri di Maastricht quando lo spread sui nostri titoli pubblici aveva raggiunto un livello prossimo al default.

Ora, questa irresponsabile esortazione ad uscire dai vincoli di bilancio che Telese e tanti altri apprendisti stregoni dell’informazione propalano a piene mani, nella demenziale semplificazione con cui viene presentata, tende a strutturare nell’immaginario collettivo di molte persone l’idea secondo la quale i quattrini che uno Stato sovrano può spendere siano infiniti e che, di conseguenza, chi non ne approfitta è un imbecille o un servo dell’Europa dei burocrati.

In realtà il problema è un altro, carissimi principi dell’informazione. Quando gli stessi quattrini prima o poi finiscono, così come amava ricordare la compianta Lady di ferro, è lì che iniziano i guai più seri per un Paese di analfabeti funzionali.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:47