Il vicolo cieco di Matteo Salvini

Ospite di Giovanni Floris a “diMartedì”, il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha dichiarato senza tentennamenti che se fosse per lui farebbe uscire l’Italia dall’Euro domani mattina. Tant’è che, in merito alla possibile riunificazione dell’area di centrodestra, egli ha posto il ritorno alla valuta nazionale come una delle sue principali basi di trattativa.

Ora, come mi sforzo di ripetere da tempo, stante la condizione economica del nostro Paese, afflitto da un eccesso di spesa pubblica e di indebitamento, l’idea di tirare una linea e riprenderci una sovranità monetaria farlocca non può essere un’opzione lontanamente negoziabile per chiunque ambisca ad assumere il ruolo di alternativa politica al fenomeno fiorentino che ci governa. Basti dire, tra le tante controindicazioni della linea “No Euro”, che solo l’annuncio di una tale svolta provocherebbe un vero e proprio terremoto finanziario, facendo letteralmente esplodere i nostri tassi d’interesse, dato che chi ci presta i quattrini darebbe per scontato un uso a dir poco disinvolto della nuova valuta, monetizzando di volta in volta i nostri endemici problemi di bilancio.

Tutto questo, inoltre, determinerebbe grossi intoppi nell’interscambio commerciale, dal momento che, contrariamente alla relativa stabilità caratterizzata dall’Euro, le prevedibili oscillazioni della “neo-liretta” trasformerebbero i settori legati all’import e all’export ad una sorta di gioco d’azzardo. Prova ne è che proprio l’interscambio con i Paesi dell’Area Euro, da quando ne siamo entrati a far parte, ha subìto una crescita continua, proseguita persino negli più difficili della crisi economica.

Di fatto, le tanto auspicate svalutazioni competitive, che secondo Salvini rimetterebbero in sesto la nostra boccheggiante economia, rappresentano solo una pericolosa scorciatoia che allontana solo di poco i problemi sistemici, tra cui la fondamentale perdita di competitività che affligge l’Italia da decenni, aggravando in prospettiva il quadro complessivo. Ciononostante, mentre scriviamo, il leader della Lega, ringalluzzito dalla inaspettata vittoria di Donald Trump, ha pubblicamente sostenuto di puntare ad una svolta radicale, riproponendo il suo pacchetto di proposte – “No Euro” in testa - come un prendere o lasciare. Tuttavia, considerando che non siamo l’America del dollaro, il sovranismo monetario di Salvini rappresenta senza dubbio un vicolo cieco dal quale non credo sia possibile uscirne con un accordo di compromesso con le componenti più responsabili del centrodestra, Stefano Parisi in testa.

Se il capo della Lega Nord pensa di costruire un’improbabile coalizione sulla strada minata di una improvvida uscita dall’Euro commette un gravissimo errore, rischiando di consegnare il governo del Paese ai dilettanti allo sbaraglio del Movimento 5 Stelle.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:00