
Come ha ragione il sociologo, professor Domenico De Masi, quando afferma che il popolo italiano è un popolo di ignoranti al 40 per cento. Essendo il dato certo al 90 per cento, il Governo Renzi non poteva non essere in perfetta sintonia con l’infausta previsione. Invero fanno parte dell’Esecutivo tre ministri non laureati: Giuliano Poletti, ex presidente delle Cooperative Rosse e capo del dicastero del Lavoro; la signora Beatrice Lorenzin, capo del dicastero - importantissimo - della Salute; infine Andrea Orlando - udite, udite - ministro della Giustizia.
Ma l’ignoranza, mancanza di conoscenza, è davvero eclatante nell’ultimo caso, posto che il ministro in occasione della legge sulle unioni civili propagandata da Matteo Renzi che si è vantato di aver risolto un problema dopo tanti anni di discussioni, impedendo così alla magistratura di emettere provvedimenti frutto di interpretazione estensiva, ha lasciato liberi i giudici d’interpretare la norma prescindendo dal dispositivo della norma approvata che vieta le adozioni di pargoli a persone dello stesso sesso magari attraverso l’ignominioso “utero in affitto”.
Non so se il ministro Orlando abbia conseguito la maturità classica o scientifica, o il diploma di ragioniere o di geometra ma non avendo conseguito la laurea in giurisprudenza lo inviterei a non esprimere pareri, o peggio giudizi, sulla consistenza delle norme giuridiche e sulla loro interpretazione. Prima frequenti almeno un corso serale durante il quale potrà apprendere che il Parlamento ed il Senato emettono le leggi e che l’ordine giudiziario (mai potere), al quale appartengono i magistrati, è soggetto che deve applicarle letteralmente quando il dettato normativo è chiaro e preciso.
Purtroppo, ormai da tanto tempo, a causa del bassissimo livello culturale di coloro che esercitano il potere legislativo, deputati e senatori, il testo normativo non è chiaro, ragione per la quale entrano in funzione i tre criteri d’interpretazione della norma, quello letterale, quello restrittivo e quello - pericolosissimo - estensivo, applicato dai magistrati con una certa leggerezza. Mi riferisco alle tante condanne di persone innocenti in forza dell’interpretazione estensiva della norma che ha dato vita al concorso esterno in associazione mafiosa, interpretazione non condivisa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e che ha penalizzato non solo le vittime ma anche lo Stato, costretto a pagare somme ingenti a titolo di risarcimento danno alle tante persone danneggiate, primo fra tutte un servitore dello Stato come Bruno Contrada. Eviti pertanto, Orlando, di esprimere pareri sui testi legislativi.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:24