Addirittura dal 1980, con un mio libro, La quarta scelta, notavo che il futuro dell’economia appartiene all’automazione. Non è una mia scoperta ma di certo una evidenza fondamentale. Di solito, l’automazione è valutata come liberazione del lavoro, tempo libero. Verissimo. Ma è anche, fondamentalmente, un metodo di produzione senza o minimo lavoro umano. Ciò provoca effetti complessi: disoccupazione e diminuzione netta dei costi di produzione. Ora è avvenuto un fenomeno strabiliante. Popoli arretratissimi ma immensi entrano nell’Era tecnologica robotica, sconvolgendo i costi di produzione. Infatti, se abbiniamo la quantità di mano d’opera e la robotica i costi produttivi si scheletriscono, se aggiungiamo aiuti di Stato per l’Occidente è la fucilazione, anche se pure l’Occidente, per altre invenzioni, aiuta le imprese. Al dunque: non possiamo competere. Quantità di lavoratori e robotica consentono a taluni Paesi, Cina essenzialmente ma verranno anche altri, India certamente, di sopraffarci. Ricorrere a sanzioni, dazi, guerre non serve. È inconcepibile eliminare milioni di persone e le strutture produttive, a meno di guerre che colpirebbero anche noi. Le sanzioni economiche hanno un effetto perverso: vengono contrastate da sanzioni economiche. Se accresco il costo di ingresso o ne fai divieto, l’altro fa similmente.
Scrivo da sempre che dobbiamo competere sui costi di produzione automatizzando le nostre imprese. Questo causerà problemi di occupazione, inevitabilmente e per tutti. Avremo l’immane problema di retribuire chi non lavora o minimamente. Ma d’altro canto, espanderemmo i consumi dato il minor costo delle merci. In ogni caso, è un sovvertimento dei sistemi produttivi. Mondiale. Consentirà una produzione grandiosa per l’intera umanità. Disgraziatissimamente molti Paesi affrontano questa situazione con formulazioni otto-novecentesche. Guerre e dazi. Non risolvono. L’automazione è una conquista evolutiva. Per tutti. Lo comprendono gli economisti, gli imprenditori. Ma lo dovranno comprendere anche i politici. Automazione, robotica, minimi costi produttivi, facilitazione di acquisto, salari o che pure quanti lavorano minimamente o persino non lavorano, mercato mondiale. Pace. In quanto c’è sfogo per tutta l’umanità. È la visione di Adam Smith, Karl Marx, i positivisti, ciascuno a suo modo, ma convergenti. C’è posto per tutti se ci volgiamo ai bisogni di tutti! Non è ottimismo facilone. L’opposto. È un obbligo dei mezzi di produzione!
Aggiornato il 10 ottobre 2024 alle ore 19:59