Taxi volanti a motore nel cielo di Roma

“Tra qualche anno, a più tardi nel 2024, sfruttando come traino il prossimo Giubileo di Roma, potremmo viaggiare a bordo di taxi volanti”.

Questa è una dichiarazione dell’Amministratore delegato della Società Aeroporti di Roma. Il percorso verrebbe effettuato in venti minuti e inizialmente il costo si attesterebbe su un valore pari a 150 euro. Non è più fantascienza ma una misurabile e realistica anticipazione che, a mio avviso, rappresenta una vera anticipazione sul futuro della mobilità nelle grandi aggregazioni urbane. I velivoli che sta progettando la tedesca Volocopter (nel cui capitale è entrata Atlantia, la holding riconducibile al 30 per cento alla famiglia Benetton, azionista di controllo della società che gestisce Fiumicino e Ciampino) saranno inizialmente biposto in cui uno dei due sedili sarà destinato al pilota.

Per ora i collegamenti tra aeroporti e città rappresenta una prima ipotesi forse più difendibile e, nel caso italiano, coinvolge gli impianti aeroportuali di Torino, Genova, Malpensa, Venezia, Verona, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Palermo, Catania. Non è inserito Linate perché con la realizzazione della linea metropolitana M4 il collegamento tra l’aeroporto di Linate e la vasta area metropolitana di Milano non ha bisogno almeno per ora di una offerta simile. Ma questa nuova modalità di trasporto sono sicuro avrà successo proprio nella mobilità all’interno dei nostri sistemi metropolitani e non solo nei collegamenti tra aeroporti e centro città. Senza dubbio, l’aeroporto ha un vantaggio rilevante legato alla domanda, ricordiamoci che prima della pandemia l’aeroporto di Fiumicino aveva raggiunto un numero di passeggeri superiore ai 43 milioni e quindi diventava quasi obbligato garantire la massima offerta di trasporto sia attraverso un sistema metropolitano e non ferroviario come l’attuale, sia attraverso forme innovative come un sistema di “taxi veloci”.

Questo dato sulla reale domanda negli aeroporti prima della pandemia sicuramente ritornerà nei prossimi anni agli stessi livelli se non addirittura superiori e non riguarderà solo la Capitale ma anche altre realtà come Malpensa (25 milioni), Orio al Serio (13 milioni), Venezia Tessera (11 milioni), Catania (10 milioni), Napoli (10 milioni), Linate (9,2 milioni), Bologna (8,5 milioni), Palermo (6,6 milioni) e Ciampino (5,8 milioni).questa domanda certa sicuramente rafforzerà e motiverà il ricorso a una simile modalità di trasporto e l’aumento nell’utilizzo di un simile servizio ridimensionerà in modo sostanziale l’attuale soglia previsionale del costo portandola verso un valore non superiore ai 60-70 euro per distanze pari a 20 chilometri.

Ma questa autonomia a muoversi con mezzi veloci non terrestri, questa scelta tra l’altro non inquinante in quanto elettrica, questo modo di abbattere i tempi nei collegamenti in sistemi metropolitani complessi potrebbe nell’arco di un decennio rappresentare una modalità di trasporto soprattutto per merci con elevato valore aggiunto e non eccessivamente ingombranti. Tutto ripeto potrebbe sembrare una interessante prospettazione di un futuro che verrà ricco di immaginazione ma povero di concretezza e invece no! L’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) il 31 dicembre del 2020, diventando applicabile il Regolamento relativo a norme e procedure per l’esercizio di aeromobili senza equipaggio (cosiddetti Uas, Unmanned aircraft system), ha reso noto il regolamento da adottare all’interno di ogni Stato membro ed ora sta già lavorando ad un efficace regolamentazione dello spazio aereo.

Questa attenzione anche di un organo istituzionale come l’Enac, senza dubbio, annulla ogni approccio pessimistico e la Società Aeroporti di Roma (AdR) ritiene vincente tale sfida all’interno della nostra capitale per due distinti motivi:

– le condizioni meteo invidiabili. Ottima visibilità per gran parte dell’anno;

– città di grande vocazione turistica con uno scalo che ha tra i soci Atlantia, uno dei maggiori finanziatori di chi sta realizzando questi velivoli innovativi. I droni, i taxi volanti, a mio avviso, diventeranno un valido mezzo di trasporto e questa mobilità aerea avanzata diventerà un modo di viaggio da mercato di massa decongestionando le nostre strade e le nostre autostrade.

Sicuramente spaventa l’effetto di massa di un simile fenomeno, spaventa la possibile incidentalità prodotta da chi non è in grado di adeguarsi a una simile nuova offerta di trasporto, di chi crede sia possibile non rispettare un regolamento che non solo non è facile rispettare ma che è, a tutti gli effetti, un regolamento ricco di vincoli e di prescrizioni.

Ho voluto soffermarmi su questo prodotto logistico davvero innovativo perché, come fatto poco tempo fa sulle navi di trasporto di container senza la presenza di soggetti preposti alla guida, perché ritengo che questi processi innovativi ricopriranno non nel medio periodo ma, addirittura, nel breve periodo un ruolo determinante nell’intera offerta di traporto. Forse per rendersi conto della velocità con cui prendono corpo i cambiamenti e le innovazioni tecnologiche ricordo due fenomeni:

– il ricorso alla telefonia mobile: tra il 1990 e il 1995 la portabilità e il design dei telefoni cellulari vennero messi a disposizione dei consumatori medi e per la fine del 1990 diventarono la norma piuttosto che l’eccezione;

– il ricorso a Internet: solo il 30 aprile 1993 il Cern decise di rendere pubblica la tecnologia alla base del World wide web in modo che fosse liberamente implementabile da chiunque. A questa decisione fece seguito un immediato e ampio successo del World wide web in ragione delle funzionalità offerte, della sua efficienza e della sua facilità di utilizzo. Internet crebbe, da quella data, in modo esponenziale, in pochi anni è riuscito a cambiare la società, trasformando il modo di lavorare e relazionarsi. In soli trenta anni, in realtà, è cambiato integralmente il sistema delle comunicazioni e della logistica, sono esplose delle abitudini impensabili prima.

Per cui questi segnali rivoluzionari che, proprio in questi mesi stiamo vivendo sul ricorso ad automatismi e alla gestione della mobilità completamente diversa da come l’abbiamo affrontata e gestita da sempre, diventeranno una nuova offerta trasportistica delle merci e delle persone che faremmo bene a capire subito, faremmo bene a non sottovalutare, faremmo bene, come Paese, a essere presenti sia nella fase della ricerca e dell’approfondimento industriale sia nella successiva commercializzazione.

Ritengo che questa attenzione alle “nuove intelligenze tecnologiche” debba essere affrontata e gestita in modo particolare nel Mezzogiorno di Italia, una realtà ricca di eccellenze proprio nel comparto universitario delle tecnologie avanzate (Tecnopolis a Bari, il Cira Centro Ricerche aerospaziali a Capua, robotica e realtà virtuale alla Università di Catania) e che potrebbe, sempre in tali realtà, dare vita anche a siti produttivi legati proprio alla messa sul mercato di prodotti con elevato valore aggiunto.

Una volta tanto il Mezzogiorno potrebbe essere garante e attore di una convenienza che produce, davvero, una crescita del suo Prodotto interno lordo e non di quello esterno al Mezzogiorno o addirittura esterno al Paese.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 08 novembre 2021 alle ore 13:43